Il tecnico di Certaldo è riuscito a trovare all'ombra del Vesuvio la sua dimensione creando con la squadra e i tifosi una sintonia perfetta
Una giornalista ogni tanto può perdere l'oggettività per lasciar spazio ai sentimenti, soprattutto in un momento così magico per Napoli. Dopo 33 anni il tricolore è tornato da queste parti. Vivere questo scudetto da tifosa e professionista è un'emozione particolare. Molti ragazzi dei primi due hanno visto solo le immagini, ascoltato racconti, percepito l'emozione di chi l'ha vissuto. I primi erano di Maradona quel ragazzo diventato divinità per gli abitanti di questa terra. Il terzo invece è figlio del progetto, di una squadra di bravi ragazzi che ha dato spettacolo portando in giro per l'Europa il bello del calcio con le loro facce pulite. Ma questa è soprattutto la vittoria di un uomo di 64 anni che spesso è stato dipinto come il cattivo della storia, ma che infondo doveva solo essere compreso e amato veramente: Luciano Spalletti.
Spalletti a Napoli ha trovato una nuova casa
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L'uomo di Certaldo che viene ricordato per le vicende Totti e Icardi. Per essere l'eterno secondo, ma che invece ovunque ha lavorato ha sempre dato il massimo ottenendo risultati importanti. Luciano questa vittoria l'ha costruita il primo giorno in cui è arrivato a Castel Volturno. L'ha costruita quando ha deciso che sulle pettorine dovesse essere scritto uno dei cori più rappresentativi dei tifosi: "Sarò con te e tu non devi mollare". Una frase per ricordare ad ogni calciatore che indossando la maglia azzurra rappresenta un popolo intero attorniato da passione e pregiudizio. Un popolo che in quel momento non credeva più nella sua squadra. Ha pesato bene ogni parola non sbagliando mai. Il suo primo ritiro a Dimaro ha messo in chiaro la qualità dell'allenatore perché da subito i ragazzi lo hanno seguito rendendolo anche il preferito dei tifosi. Giorno dopo giorno, conferenza dopo conferenza ha spazzato via lo scetticismo iniziale conquistando la simpatia dei partenopei. Poi è iniziato il campionato. Prime giornate di calcio spettacolo, una squadra che già la scorsa stagione sembrava imbattibile. La ciliegina sulla torta nelle prime uscite fu la conferenza stampa post vittoria contro la Juventus quando le zero frizioni con Allegri sono diventate meme perfetti per invadere il web. Un altro tocco di classe per conquistare il cuore dei tifosi è stato il cambio drastico di look. Niente più giacca e cravatta, ma tuta e scarpette, perché sul campo non scendono solo i suoi ragazzi ma anche lui, per la maglia, per Napoli che nel frattempo è iniziata a piacergli proprio tanto.
Dalle contestazioni allo scudetto
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Poi come ogni storia d'amore arrivano i momenti di crisi e quando l'anno scorso gli azzurri si sono ritirati definitivamente dalla corsa scudetto si è puntato il dito contro di lui. In città sono comparsi striscioni in cui c'era scritto che doveva dimettersi, perché ritenuto colpevole. Poi è arrivata l'estate e gli addii. A Dimaro c'erano sentimenti contrastanti. Chi lo acclamava, chi gli urlava contro di andare via perché con la società continuava a prendere in giro i tifosi. Ed è in quel momento che Luciano ha iniziato a scrivere le pagine più belle della sua storia di allenatore e uomo. Perché ha costruito con i ragazzi che man mano arrivavano un gruppo senza eguali. Niente più prime donne, solo il collettivo, che gioca a meraviglia e che suda la maglia fino all'ultimo secondo.
È iniziato il campionato e i primi sprazzi di calcio spettacolo che hanno fatto pensare che forse forse quella nuova squadra con il suo allenatore non erano così scarsi. Anche in questa stagione si è riusciti ad avere malumori con voci di litigi per "l'odio" nei confronti di Spalletti reo di essere sempre quello che sfascia gli spogliatoi nonostante stesse facendo giocare a meraviglia i suoi ragazzi. Insieme a queste voci arrivano anche i primi due pareggi contro Fiorentina e Lecce al Maradona. Risultato qui arrivato per il troppo turnover e per l'incapacità del tecnico secondo qualche allenatore da bar. Ma dopo queste due sfide fino al Mondiale sono arrivate solo vittorie dominando letteralmente chiunque provasse ad affrontare gli azzurri in Champions e in campionato sopravvivendo anche all'infortunio di Osimhen grazie a Simeone e Raspadori.