Dalle contestazioni allo scudetto
—Poi come ogni storia d'amore arrivano i momenti di crisi e quando l'anno scorso gli azzurri si sono ritirati definitivamente dalla corsa scudetto si è puntato il dito contro di lui. In città sono comparsi striscioni in cui c'era scritto che doveva dimettersi, perché ritenuto colpevole. Poi è arrivata l'estate e gli addii. A Dimaro c'erano sentimenti contrastanti. Chi lo acclamava, chi gli urlava contro di andare via perché con la società continuava a prendere in giro i tifosi. Ed è in quel momento che Luciano ha iniziato a scrivere le pagine più belle della sua storia di allenatore e uomo. Perché ha costruito con i ragazzi che man mano arrivavano un gruppo senza eguali. Niente più prime donne, solo il collettivo, che gioca a meraviglia e che suda la maglia fino all'ultimo secondo.
È iniziato il campionato e i primi sprazzi di calcio spettacolo che hanno fatto pensare che forse forse quella nuova squadra con il suo allenatore non erano così scarsi. Anche in questa stagione si è riusciti ad avere malumori con voci di litigi per "l'odio" nei confronti di Spalletti reo di essere sempre quello che sfascia gli spogliatoi nonostante stesse facendo giocare a meraviglia i suoi ragazzi. Insieme a queste voci arrivano anche i primi due pareggi contro Fiorentina e Lecce al Maradona. Risultato qui arrivato per il troppo turnover e per l'incapacità del tecnico secondo qualche allenatore da bar. Ma dopo queste due sfide fino al Mondiale sono arrivate solo vittorie dominando letteralmente chiunque provasse ad affrontare gli azzurri in Champions e in campionato sopravvivendo anche all'infortunio di Osimhen grazie a Simeone e Raspadori.
A gennaio sarebbe dovuto arrivare il nuovo campionato e per tutti le squadre di Spalletti calano. Effettivamente arriva la prima sconfitta il 4 del mese contro l'Inter, ma tempo di metabolizzarla che il Napoli ritorna rullo compressore ottenendo vittorie spettacolari come quella contro la Juventus. Nel frattempo il mister oltre a guidare i suoi ha dovuto anche isolarli dall'entusiasmo che impazzava in città per uno scudetto che finalmente iniziava ad avvicinarsi. Fino a marzo ci è riuscito. Poi un calo fisiologico per ricordare a tutti che si ha a che fare con umani e non con robot. Alla fine lo scudetto è arrivato e tra dichiarazioni di un nuovo napoletano, occhi lucidi e sorrisi finalmente Luciano vive un meritato trionfo e il riconoscimento di chi gli ha sempre puntato il dito contro.
L'emozione di Spalletti che ha commosso tutto
—Tutti si sono emozionati vedendo le lacrime di Spalletti giovedì sera dopo esser diventato campione d'Italia. Le sue dichiarazioni post scudetto, ma anche quelle dei giorni precedenti hanno portato un popolo intero a volergli bene. Ora c'è l'orgoglio di aver avuto Luciano da Certaldo a guidare la squadra che è tornata sul tetto d'Italia. Un allenatore di altissimo livello, un uomo che può considerarsi per bene. Un esempio per chi parte da zero. Probabilmente non è ancora pienamente consapevole di ciò che ha fatto. Forse non si rende davvero conto che sarà affidato alla storia di questa città. Forse non ha percepito quanto amore c'è intorno a lui. Ora puòfinalmente lasciarsi andare. Non deve più stare sulla difensiva perché qui non sarà mai il cattivo della storia, ma l'eroe che con dedizione, amore e rispetto ha preso una squadra e ne ha scritto la storia amando la terra che lo ospita e lo lasciato folgorato un giorno all'improvviso.
Ti vogliamo bene assaje mister!
A cura di Sara Ghezzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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