editoriali

Spalletti si esalta nelle sue contraddizioni: è il filosofo che parla… con i fatti

Giovanni Ibello

In attesa di Sampdoria-Napoli, già si può tracciare un bilancio iniziale dell'incisività di Luciano Spalletti. Il tecnico toscano sta silenziosamente cambiando il Napoli e Napoli

Dice una canzone che è ormai sulla bocca di tutti "Sono fuori di testa ma diverso da loro". Questo è un verso che in qualche misura fa pensare a Luciano Spalletti e al suo Napoli formato "zitti e buoni", una squadra che, anche se vogliamo dirlo sommessamente, in questo inizio di stagione sta davvero superando ogni legittima aspettativa. Spalletti è uno tosto ma è anche un diverso, un numero primo che si esalta nelle sue contraddizioni. Spalletti è un filosofo che parla con i fatti. Quattro successi su quattro partite, 10 gol con 9 marcatori diversi. La squadra sta rimediando con carattere alle atroci delusioni della passata stagione. Parliamo di un collettivo che sa vincere in tutti i modi: rimediando all’emergenza (Venezia), con un po’ di fortuna (Genoa), senza esaltare (come è successo contro la Juve) e ora dominando contro l'Udinese. Lo scorso 15 agosto, poco più di un mese fa, abbiamo scritto in un lungo editoriale pubblicato su queste colonne che la geografia del calcio italiano sta cambiando rapidamente e che erano (e restano) tanti i motivi per dire basta alla depressione post Napoli-Verona. A oggi 22 settembre i fatti ci stanno dando ragione e a distanza di oltre un mese vogliamo ribadire con maggiore forza questo concetto.

Napoli cinico e spietato

 

Il Napoli è pienamente inserito in un contesto di squadre che in nessun modo si possono definire superiori. Premettendo che gli azzurri devono temere loro stessi (del resto la squadra in passato è stata vittima di crolli psicologici), lo scenario generale ci dice che Inter e Milan non sono più forti dell'anno scorso, avendo peraltro perso giocatori fondamentali. Le romane restano sempre lì nel guado, rallentate da un ambiente tossico e autolesionista. E poi c'è la Juve... la vera incognita del torneo. Al momento la Vecchia Signora sembra fuori dai giri. Forse Allegri, passateci questa battuta, è troppo impegnato a spiegare il senso della vita al club di Fabio Caressa che "aperta parentesi" sembra ascoltarlo con grande riverenza. L'unico che gli teneva testa a Sky era un certo Daniele Adani ed è finito a parlare sulla tv di Bobo Vieri... Spalletti senza fare proclami ha fatto e sta facendo quello che al Napoli mancava dal maggio del 2018: l'allenatore di calcio. E lo dimostra quando deve ridisegnare la squadra a gara in corso. I cinque cambi hanno rivoluzionato il calcio moderno. Cambiare cinque pedine invece di tre significa riprogettare l'intelaiatura dei giocatori di movimento. Ecco allora che anche l'allenatore può incidere di più con la sua furbizia. Furbizia, appunto. Pensieri profondi e letali. Niente più grida o malumori. Questo è lo stigma del nuovo Napoli... così cinico, così spietato.