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editoriali

Spalletti (giustamente) incontentabile, bacchetta i suoi. Il motivo

Emanuela Castelli

Le parole del tecnico di Certaldo

La dura vita del Mister. Che deve sapere esaltare i suoi quando le cose non girano nel verso giusto e riportarli con i piedi per terra, dopo vittorie esaltanti. Spalletti si sente a suo agio, in questi scomodi abiti che sembrano disegnati sulla sua figura. E ieri, al termine dell'amichevole contro l'Antalyaspor, bacchetta i suoi, nonostante la vittoria

Spalletti: "Non li abbiamo pressati alti sempre, e questo non mi è piaciuto". Luciano punge i suoi, un po' carota, un po' bastone

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Perché è così che si fa, è così che si deve fare: per mantenere alta la concentrazione, per limare alcuni dettagli che in una stagione dove si gioca ogni tre giorni è impossibile non trascurare, per provare a restare con i piedi per terra. Quella di ieri era "soltanto" un'amichevole, ma le amichevoli sono fatte proprio per questo. Per provare soluzioni alternative (vedi Raspadori), per correggere errori e sbavature, per ritrovare quella concentrazione che, in due mesi di stop, si potrebbe perdere. E sarebbe un errore capitale. Luciano lo sa e così non abbassa la guardia, tiene alta la tensione. Lo avevamo visto nei giorni scorsi in allenamento, quando si sgolava perché la palla non venisse buttata via con leggerezza. Lo abbiamo rivisto ieri al termine del match amichevole contro l'Antalyaspor, vinto per 3-2 dagli azzurri, che sotto qualche aspetto non ha convinto Spalletti: "Il campo era difficile, in alcune zone più morbido, altre più duro, quindi i giocatori tecnici potevano andare in difficoltà. Ma non mi è piaciuto che in alcuni momenti non abbiamo pressato alto. Vedevo solo tentativi singoli o al massimo di 2-3 giocatori insieme, quindi non siamo stati continui come squadra e contro squadre forti possiamo pagare qualcosa se iniziamo a giocare così". Squadra avvisata: amichevoli o meno, è vietato commettere errori di leggerezza.