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MILAN, ITALY - SEPTEMBER 18: Giovanni Simeone of SSC Napoli scores their team's second goal during the Serie A match between AC Milan and SSC Napoli at Stadio Giuseppe Meazza on September 18, 2022 in Milan, Italy. (Photo by Marco Luzzani/Getty Images)
Una leggera foschia pronta a tagliare in due il fumo che fuoriesce dalla moka lascia intravedere il sole che colorerà questa prima domenica di aprile. Sì, è il giorno di Napoli-Milan. Il primo di tre. Come l'incontro che hai con quell'amico che rivedrai ancora ed ancora. Studi ogni sua risposta, ma non sai mai cosa preparerà di nuovo. In conferenza stampa, Spalletti ha difeso Napoli ed il Napoli, sottolineato l'assenza di Osimhen ed ha iniziato ad andare in trincea, perché Spallettone - nel corso di questa stagione - ha fatto ben intendere che le partite iniziano davanti ai microfoni e, così come in campo, il tecnico di Certaldo non le ha praticamente mai perse. Preciso. Attento nel dosare le parole.
La numero nove non sarà sulle spalle di nessun calciatore con la N sul petto. Già, non ci sarà il goleador nigeriano. E tutto d'un tratto perdi certezze, profondità e gol. Perdi quel mantello che tanto ti aveva fatto sentire invincibile, torni sulla terra ferma e ti rimbocchi le maniche. Che forse quando la sfida diventa ancor più difficile, il sapore di avercela fatta avrà valenza doppia. Perché sai che la tua vittoria è stata voluta, desiderata la notte quando andavi a dormire e ti chiedevi: "Perché vincono sempre loro?". Partenope è preoccupata, ma ha gli occhi lucidi. Ha gli occhi lucidi perché in campo - al posto dell'ex Lille - andrà un figlio di Napoli. Adottato da poco, ma sempre figlio.
Dicono sia stato mandato da quella persona con i ricci e dal sorriso da scugnizzo.Don Diego. E piace pensarlo anche a noi, come se il Fato avesse deciso di riporre le speranze del popolo partenopeo nei piedi e nella testa (vedi Milan-Napoli dell'andata) di un argentino. "Simeone ce lo tolse e Simeone ce lo restituirà" sottolineano in quei vicoli in cui non si fa altro che parlare di calcio. Dove Don Diego è anche nelle case. Sui muri delle stanzette. Nei sogni di quei ragazzi che pregano di rivivere quei momenti vissuti dai propri genitori. "Educazione Maradoniana". La stessa seguita anche dal Cholito - figlio del Cholo -, amico di Maradona.
L'assenza dell'ex Lille peserà tantissimo, ma in campo ci va un calciatore che - per quanto visto fino ad oggi - indossa l'abito della Provvidenza. Al posto giusto al momento giusto: come il Marchigiotto dell'Agribraceria. Gol a Milano, Cremona, in casa contro la Roma, in Champions. Diciamo che ha dimostrato di saper fare gol. Letale e spietato. Perché sai che su quel pallone perso nel cielo, nella terra di nessuno, arriverà lui. E farà sempre la cosa giusta. Chiedere informazioni a Fikayo Tomori che prima lo vide svettare di testa nel cielo di San Siro poi esultare vicino alla bandierina. Gol e sacrificio, l'argentino non si è mai risparmiato. Per non parlare del legame con questa città e degli occhi lucidi ogni volta che ne parla. Sì, ha trovato il suo posto nel mondo. Come se di fianco al luogo di nascita - Buenos Aires - si leggesse anche Napoli.
Tra un ragù ancora in cottura ed una bandiera sventolata sognando il grande giorno, il pensiero della tifoseria napoletana non può che essere rivolto al partidazo del Maradona. Il primo Napoli-Milan. Ma c'è un argentino, naturalizzato napoletano, pronto a far sognare il capoluogo campano. Ha il sangue di Diego e si emoziona quando veste la casacca azzurra. 'Tant ce' pens' Simeone'.
A cura di Gennaro Del Vecchio
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