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editoriali

La burla del mese: i media che davano il Napoli ottavo ora additano i tifosi di “sfiducia estiva”

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Il Toro dà del cornuto al bue. Così gli "espertoni" del giornalismo italiano accusano ad oggi i napoletani di non essersi fidati di Giuntoli in estate. Per loro invece il Napoli avrebbe lottato per entrare in Conference League come il Lech Poznan

Mattia Fele

Com'è simpatico il mondo del calcio per chi ha memoria degli eventi e delle parole. Forse è uno dei pochi ambiti dove pure verba manent, e a volare sono più le fantasie. Neanche Nostradamus avrebbe potuto immaginare un inizio stagionale di questo calibro da parte del Napoli, che è sicuramente forte ma non farà 101 punti a fine campionato. Dovrà rallentare fisiologicamente. Ciò nonostante sta per ora attraendo tutta Europa con un calcio magnifico perché potente e allo stesso tempo di qualità, come il Liverpool o il Dortmund di Klopp che arrivarono in finale di Champions e a vincere i rispettivi campionati. Non se l'aspettava nessuno, come detto: né i tifosi a Dimaro, impegnati a spendere inutili energie nel criticare il presidente che negli ultimi 10 anni ha fatto più punti di tutti in Serie A (dietro solo alla Juve) né i giornalisti - non facciamo nomi - che arrivavano a posizionare gli azzurri di Spalletti tra il quarto e l'ottavo posto. A seconda della giornata. Il tempo è tiranno ma è anche un signorotto bello sistemato e vendicativo, perché sfregargli l'ugola? Bastava attendere e non buttarsi nelle solite, inutili previsioni inconcludenti.

Colpa sempre degli altri

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Ovviamente la colpa delle previsioni errate è sempre degli altri. Ah, quei cretini dei tifosi rimpiangevano Mertens, Insigne, Koulibaly e Fabian Ruiz! Erano preoccupati perché il Napoli ad agosto ha preso Simeone, Raspadori e Ndombele e Kvaratskhelia avrebbe dovuto ambientarsi al calcio italiano! Anno di transizione! Speravano nell'Europa League! Beh, cosa c'è di più comprensibile? Si veniva da uno Scudetto perso in tre partite (o meglio, dalla possibilità svanita di lottare fino alla fine) contro Roma, Empoli e Fiorentina. Da uno sfascio completo dal punto di vista tecnico e da incognite sotto tutti gli aspetti. Non si sapeva del modulo, dei titolari, delle riserve. Otto volti nuovi: possibile mai che Giuntoli li avrebbe indovinati tutti? Per riassumere: la contestazione a De Laurentiis era ed è sempre stata senza alcun fondamento - almeno nel rimproverargli le poche spese, il poco interesse verso la squadra e la vittoria - ma la preoccupazione tecnica era più che naturale. Una preoccupazione da tifosi, da pancia dello stadio. Diverso è quando i professionisti della parola sputano sentenze (perché sia mai parlino di ipotesi, di "forse", di possibilità) ad agosto: loro non sono tifosi. Dovrebbero educare la gente alla qualità dell'analisi, dovrebbero attendere per giudicare. Dovrebbero conoscere il calcio. Non avrebbero di certo potuto pensare ad un Napoli con 50 gol in 17 partite ma nemmeno con 5 sconfitte e poco spettacolo. E almeno, con decenza, il doveroso atto di "scuse" o di dietrofront ci sarebbe dovuto essere. Invece no: ora è colpa dei tifosi. Erano loro a lamentarsi in estate, mica noialtri! Per ovviare a questa figuraccia i più grossi giornali italiani mettono il Napoli in una finestrella della prima pagina, poi rimandano all'articolo completo a pagina 17 o 20. Insomma nascondono la loro testa, i loro immensi errori di valutazione sotto la sabbia e spingono le onde quei poveri tifosi che fanno questo di mestiere: vanno dove va il vento e non possono sentirla come colpa. Uno scrittore in balìa del vento invece sporca solo la scrivania di inchiostro.

A cura di Mattia Fele