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editoriali
Serie A ai nastri di (ri)partenza. Napoli, scaccia la paura e riprendi a correre!
Tra poco più di dieci giorni si torna in campo, per la "clausura" del Campionato di Serie A. Gli assurdi Mondiali qatarioti hanno stravolto e riscritto la storia dei campionati nazionali, interrompendoli in piena stagione calcistica, con il disappunto dei club, esposti al rischio di perdere giocatori importanti nella kermesse dell'intero globo terracqueo. Ora, che questi Mondiali ce li siamo messi alle spalle, si torna a pensare alla Serie A (ma avevamo mai smesso di farlo?). Il Napoli viene da due sconfitte consecutive in amichevoli di nessuna importanza, eppure un po' di ansia comincia a serpeggiare.
Già, perché nei bar, nei vicoli, nelle strade illuminate a festa della città partenopea non si parla d'altro: "Hai visto che brutto Napoli contro il Lille?". E una strisciante paura, che si fa quasi fatica ad ammettere, un po' per scaramanzia, un po' perché non si vuol smettere di sognare: "Si è persa la magia". Eppure, se analizziamo i dati del Napoli, questa paura non avrebbe ragione d'esistere: sono innumerevoli le sconfitte oltre il limite della figuraccia, durante le preparazioni estive. Una squadra, quella azzurra, che spesso ha faticato ad imporsi con compagini di rango ben inferiore. Anche lì la paura la faceva da padrona, ma poi si è visto come è andata. Da Verona in poi è stata una cavalcata inarrestabile, per la squadra di Spalletti: che ha ricamato calcio di livello altissimo, senza rinunciare alla concretezza. Un Napoli che, anche quando in difficoltà, ha saputo trovare le soluzioni per portare a casa i tre punti. 15 partite in A, 13 vittorie e 2 pareggi. Ancora imbattuti, i ragazzi del tecnico di Certaldo. E, di fronte a due amichevoli estiv...ops, autunnali perse - di cui quella contro il Lille anche malamente - non si può dimenticare il percorso fatto fin qui. Ché la paura è umana, quando si tiene troppo a qualcosa. Ma poi subentri la razionalità, e si continui a remare tutti nella stessa direzione. Verso quell'obiettivo che, scaramanticamente, non diciamo.
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