Il cuore è a mille, l'ansia da prestazione incombe sulle sue spalle, il pallone sembra pesare una tonnellata. Sadio Mané si avvia verso il dischetto. Sullo stadio cala il silenzio, nessuno ha il coraggio di parlare. Mané sa di avere in mano l'ago della bilancia, sa che un errore del genere difficilmente lo scacci via ed è qui che anche il tempo fa fatica a curare le ferite. Sadio però è sicuro, sa di non poter sbagliare di nuovo, il Senegal è nelle sue mani e lui non tradirebbe mai la patria, per nessun motivo. Spiazzato così Gabaski, il terreno di gioco diventa una distesa di lacrime di gioia.
editoriali
Lacrime e sofferenza nel segno di una vittoria comune: la felicità
Il valore della vittoria del Senegal
Il cuore di chi ha perso tanto sul sentiero della vita
"Begue". In Wolof, una delle tante lingue senegalesi, "Begue" significa felicità. Senza sofferenza non c'è felicità e chi meglio dei calciatori del Senegal può saperlo? Ogni ragazzo che ad oggi veste la maglia dei "Leoni D'Africa" ha versato lacrime e sangue sui campi in terreno e pietre su cui crescono i campioni del futuro. Molti di loro sono cresciuti giocando a piedi nudi, abituandosi al contatto con la terra, creando una connessione con la natura senza precedenti. Altri- come Mané - dopo essersi presentati ai provini con le scarpette rovinate, non potendosene permettere un nuovo paio, davano spettacolo con la palla tra i piedi. Chi aveva giudicato il calciatore per il solo aspetto esteriore, fu costretto a ricredersi, cedendo alla suprema forza di volontà che sprigionavano i piedi ed il cuore di quel ragazzo.
Al di là del valore materiale la Coppa D'Africa ha un valore morale che oltrepassa il tangibile. Ogni singolo ragazzino che solca uno dei campi in terreno presenti nel continente africano, sogna di poter rappresentare la propria nazione. Al gol nelle porte arrangiate, fatte di pietre, zaini quando possibile o rami, i ragazzi chiudono gli occhi ed immaginano il loro nome chiamato a squarciagola in uno stadio gremito di persone. Ogni uomo che ha vestito ieri la maglia del Senegal ha vissuto un momento simile. Conoscendo così il valore del passato, ogni goccia di sudore versata ieri era rivolta a regalare qualcosa in più a chi continua a sognare nonostante le avversità. Vincere si sa, non è mai facile soprattutto quando in gioco c'è la felicità delle altre persone oltre che la tua.
Vincere anche per gli altri non ha prezzo, il valore morale di un semplice trofeo
Oltre a ciò che l'uomo può assaporare con i propri sensi, oltre la visione universale delle cose, oltre la felicità c'è la purezza. La purezza dei sogni, delle lacrime versate di chi lontano da casa e dalla propria famiglia e che per un attimo ha assaporato il calore della propria patria attraverso la vittoria. Il calcio non è solo un gioco ed il Senegal lo ha dimostrato. Agli occhi di chi ha sofferto, gli uomini di Cissé, capitanati da Kalidou Koulibaly, sono gli eroi che il popolo aspettava da decenni. Per la prima volta il Senegal ha messo in bacheca la Coppa D'Africa.
Dopo la sconfitta in finale del 2019, contro l'Algeria, i calciatori senegalesi non si sono arresi, spinti dal valore dei sogni e della sofferenza, hanno attraversato difficoltà e paure per arrivare fino in fondo. Inserendo l'ultimo pezzo del puzzle hanno scritto il proprio nome sull'albo delle anime immortali. E dunque anche se un giorno non dovessero esserci più, vivranno nel cuore di chi anche per un solo momento ha sognato durante il corso della propria vita. Così con la speranza di poter ascoltare centinaia di storie sulla realizzazione dei sogni, il Senegal ha deciso di regalare la cosa più preziosa della terra: la felicità. Ben venga chi, conoscendo le proprie responsabilità, non si piega dinnanzi agli ostacoli, lottando e versando lacrime che si tramuteranno poi in sorrisi. Che il Senegal possa essere dunque il punto di partenza per un altruismo di cui il pianeta Terra ha bisogno. Che il Senegal possa essere così il punto di arrivo dei sognatori che guardano il mondo con gli occhi della felicità.
© RIPRODUZIONE RISERVATA di Leonardo Litterio
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