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editoriali

Lotta scudetto, perché tifare Napoli è una forma di «resistenza clandestina»

Giovanni Ibello

Un consiglio ai tifosi imparziali

Scudetto, perché tifare Napoli è una «resistenza clandestina»

C'è un pezzo molto bello di Niccolò Fabi che dice: "Mi basterebbe essere padre di una buona idea". Ecco, questo è davvero importante. Avere un'idea buona, un insight, un bagliore improvviso che ti cambia per sempre la vita. Un'idea, senza strafare. Se c'è una cosa bella delle idee è che sono gratis (o comunque, se vogliamo parlare di calciomercato, "costano poco"). E non è un caso che spesso il dio dell'arte e del talento, se esiste, premia proprio chi viene dal nulla o ha mezzi limitati. Non è che se sei più ricco di me, allora domini incontrastato. Per fortuna, nel calcio come nella vita, ci sono dei valori che non sono suscettibili di una valutazione economica.

Lotta scudetto, tifare Napoli è una forma di resistenza clandestina

Il carisma, per esempio.  Il carattere... la cazzimma. Stiamo parlando di grandezze mistiche e invisibili che mutano il corso della storia. Quanto costa la cazzimma? Non si può dire, nessuno lo sa. Quale procuratore può chiedere la percentuale di un trasferimento per la cattiveria agonistica del proprio assistito? Quanto vale un giocatore che non ha paura di tirare i rigori? Quando un direttore sportivo va sul mercato e compra diciamo pure un difensore, spera sempre di trovare - al netto delle qualità tecniche - un Sasà Aronica che non ha paura di "entrare nelle gambe" o di "rompere la testa" del Didier Drogba di turno (riferimenti per nulla casuali). O magari un giovane Pippo Inzaghi che, malgrado la fama del latin lover, ama scattare sul filo del fuorigioco più di quanto non ami corteggiare le belle ragazze. Insomma, tornando ai fatti di casa nostra, quest'anno il Napoli ha la grande chance di poter sovvertire ciò che da sempre domina il mondo: il denaro.

Tifare Napoli per lo scudetto è provare a riscrivere l'epica del calcio

Proviamo a fare una ricognizione delle principali antagoniste. L'Inter, che a conti fatti è la stessa di Conte, spende cifre astronomiche per il mercato. La Juventus ricapitalizza grazie a "mamma Exor" e tampona con il cash le scelte scellerate dei suoi dirigenti. Riuscire a vincere la tirannia del danaro può sembrare un concetto retorico, ma non è così. Vincere contro chi altera la competizione è una forma di militanza, è un movimento di resistenza clandestina. Difendere le antiche leggi dello sport, prendere a calci il doping finanziario (discorso generale): anche questo vuol dire tifare Napoli. Sapere che siamo ancora lì a lottare seriamente, in un mondo avvelenato e arrogante, un mondo di spese e ricapitalizzazioni temerarie, significa riscrivere l'epica del calcio. A distanza di quattro anni. Magari resterà solo un sogno, ma perché non sognare... cosa abbiamo da perdere? Dopo lo scandalo del 2018 nulla può davvero far paura. Siamo anestetizzati al dolore e... agli scippi. Bisogna crederci, anche se andrà male. Avere fede è più importante che avere fiducia.

A cura di Giovanni Ibello