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editoriali

Dallo scudetto della monetina a Maradona al Milan: la storia tra Berlusconi e Napoli

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L'imprenditore e politico milanese ha sempre avuto un legame speciale con la città, fin dagli anni 50 quando cantava canzoni napoletane sulle navi
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Silvio Berlusconi è scomparso questa mattina all'età di 86 anni. L'imprenditore e politico milanese ha sempre avuto un legame speciale con Napoli, fin dagli anni 50 quando cantava canzoni napoletane sulle navi durante i suoi primi impieghi giovanili. Una passione che non è mai svanita, infatti ha anche scritto ed inciso con il cantante napoletano Mariano Apicella il brano "Meglio 'na canzone".

La storia tra Berlusconi e Napoli: lo scudetto della monetina

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Il rapporto con la città partenopea va oltre tutto questo e si intreccia con il calcio. Berlusconi è stato presidente del Milan per 31 anni: dal 1986 al 2017, vincendo ben 29 trofei in Italia, Europa e nel mondo. Quando acquistò il club rossonero trovò davanti come grande avversario il Napoli di Ferlaino capitanato da Maradona. Vinse il suo primo scudetto nel 1987-1988 al termine di una lunga rincorsa agli azzurri, culminata con la vittoria al San Paolo il 1° maggio 1988 per 2-3 che decretò il definitivo sorpasso rossonero. Nel 1990 invece, la prima delusione per il presidente rossonero, quando gli azzurri di Bigon sorpassarono il Milan, sconfitto nella fatal Verona alla penultima giornata, vincendo così il loro secondo scudetto. Il Cavaliere, dopo il 2-1 di Verona, ammise la sconfitta con grande signorilità, nonostante la vittoria a tavolino del Napoli a Bergamo qualche settimana prima, a causa della monetina che colpì Alemao e che non gli consentì di continuare il match.


Il grande rammarico: Maradona al Milan

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Berlusconi amava i grandi campioni. Ne aveva portati tantissimi in rossonero e il suo grande rimpianto fu rappresentato da Diego Armando Maradona. Nella sua ultima intervista alla Gazzetta disse: "Un rimpianto profondissimo, e non solo perché Maradona è stato il più grande giocatore della sua generazione. Era una persona fragile, forse la disciplina e l’attenzione ai singoli che c’era nel mio Milan lo avrebbero aiutato a evitare alcuni errori. Però quel giorno, parlando con lui, mi resi conto di una cosa: Maradona era Napoli, era il simbolo e la bandiera del più grande Napoli della storia, almeno fino a oggi. Le bandiere non si comprano e non si spostano. Sarebbe stato come prendere il cuore di un’intera città e trasferirlo a Milano. Sarebbe stato ingiusto, non si poteva fare. Lo stesso Diego, che aveva una grande sensibilità, condivideva questa valutazione".

I complimenti al Napoli

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Dopo 33 anni dall'ultima affermazione in campionato, proprio contro il suo Milan, il Napoli quest'anno è tornato campione d'Italia e non sono mancati i complimenti dell'ex Premier: "Una città in festa, una città che se lo meritava, complimenti, complimenti, complimenti. Una città incredibile che trascina anche noi dentro la sua gioia. Quindi anche noi diciamo: Forza Napoli, bravo Napoli, avanti tutta, questo deve essere l’inizio di una grande storia di vittorie! I napoletani, davvero se lo meritano e noi siamo tutti con loro. Evviva, evviva, evviva! E lo dico col cuore anche io che mi sono sempre considerato un napoletano nato a Milano".

A cura di Domenico D'Ausilio

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