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Rudi, occhio al marchio Sassuolo: dominio e qualità possono minare le nuove certezze?

Rudi, occhio al marchio Sassuolo: dominio e qualità possono minare le nuove certezze? - immagine 1
Grazie alla sua interpretazione identitaria e moderna del gioco, il Sassuolo si conferma anno dopo anno una realtà salda e potenzialmente interessante ad ogni stagione nell'ambito del campionato italiano
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Nonostante le ultime stagioni non siano state esaltanti (dall'addio di De Zerbi in poi con precisione, ndr), il Sassuolo si conferma anno dopo anno una delle squadre più identitarie e "sane" nella direzione di un calcio propositivo e moderno all'interno del panorama della nostra Serie A. Non solo il talentuoso reparto scouting in grado di trovare calciatori sempre nuovi e interessanti,  -- nonché un direttore sportivo che fa dei suoi gioielli acquisiti una bottega carissima, facendosi rispettare anche dalle big - ma anche una palestra per allenatori di livello come al momento è Dionisi. Uno che non specula e che (come ha dichiarato ieri) vuole giocarsi le proprie carte al Maradona.

I famosi numeretti

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Parlando di moduli, i neroverdi molto probabilmente scenderanno in campo con il solito 4-2-3-1 che negli scorsi due anni non è stato proprio d'auspicio al Maradona (gli ultimi precedenti: un 6-1 e un nettissimo 4-0 ndr). Va detto che in generale il Napoli è imbattuto da 5 partite contro i neroverdi in Serie A e ha una media gol spaventosa di 3.4 a partita, e che un risultato con segno 2 al Maradona non si vede dal 2-0 firmato Locatelli-Lopez ad inizio 2020/21. Inoltre, Dionisi non vince in Serie A da 7 partite contando anche le ultime dello scorso campionato. Questo proprio dal momento in cui gli emiliani ebbero la certezza matematica della salvezza: indizio che lascia pensare al fatto che si tratti di una squadra molto più pericolosa quando si diverte e vuole recitare un ruolo nel campionato piuttosto che essere solamente libera e giocare per il puro gusto di farlo. Più di tutto, il Sassuolo gioca e lo ha dimostrato anche contro l'Atalanta nonostante lo 0-2 maturato nel finale. Tanta qualità nell'uscita palla per forare le pressioni e buona qualità nelle conclusioni nonostante l'assenza di Berardi sia pesante e ancor di più quella di Frattesi, fuoriclasse assoluto della squadra ora all'Inter di Inzaghi.


La stella

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Il giocatore più talentuoso, il gioiello più cristallino - Berardi a parte - è sicuramente Armand Laurienté, ala sinistra che diede non poche grane alla difesa del Napoli sia all'andata che al ritorno nella passata stagione. Pali, gol annullati ma soprattutto dribbling ubriacanti che potrebbero dare molto fastidio al Napoli di Garcia tutto verticale, che - come ha mostrato almeno per ora - è poco incline allo scappare compatto all'indietro. Ciò che sarà necessario fare di certo avrà luogo a centrocampo: i dominatori del gioco avranno la meglio. Garcia contro il Frosinone ha mostrato una minore inclinazione al dominio totalizzante delle partite e una maggiore ricerca della porta a testa alta, ma contro i neroverdi di Dionisi bisognerà cercare di tenere il pallino piuttosto che concederlo alle loro triangolazioni provate e giocate codificate sugli esterni. Anche perché a centrocampo vige la legge di uno come Maxime Lopez, che nella prima giornata ha portato a buon fine 78 passaggi, almeno 10 in più di ogni altro centrocampista del campionato. Oltretutto, proprio Laurienté viene da una stagione con 7 gol e 6 assist, più di quanto abbiano realizzato Politano e Lozano messi insieme.

Il Napoli dovrà mostrare molto del suo lato più tecnico e collettivo, pur essendo allo stesso modo efficace bucando le linee (alte, a volte sfilacciate) del Sassuolo che non ha abitudine a stare sotto palla ad attendere. Si vedrà dunque qualcosina in più di una squadra che si sta scoprendo e che stiamo scoprendo. Il Sassuolo, invece, sarà bene o male quello che conosciamo: verticale non sempre ma sfibrante nel possesso e molto tecnico nello stretto e nelle accelerazioni. Quindi pericoloso, specie in questo periodo del calendario in cui il rischio che i valori tecnici si riducano è più che una chimera.

A cura di Mattia Fele

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