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editoriali
Maurizio Sarri (Photo by Gabriele Maltinti/Getty Images)
Il destino ci mette sempre lo zampino nel percorso della vita. Il Napoli di Spalletti si avvia a vincere il suo terzo scudetto e lo fa dopo aver dominato il campionato dall’inizio, quando questo gruppo era dato in lotta per la Conference League. Eppure a distanza di mesi il prossimo 30 aprile gli azzurri potrebbero essere aritmeticamente campioni d’Italia qualora la Lazio perdesse o pareggiasse contro l’Inter. Ma soprattutto in caso di vittoria azzurra contro la Salernitana. Proprio i biancocelesti allenati da Sarri che 5 anni fa vide sfumare questo sogno, proprio quel Sarri che perse lo scudetto in un albergo di Firenze.
Per questo gli incroci del destino sono strani. Gli azzurri domenica hanno vinto al 93’ minuto contro la Juventus a Torino come successo nel 2018 per poi veder svanire il traguardo il turno successivo, complice un arbitraggio scellerato a San Siro nella sfida tra i bianconeri e l’Inter, e un Napoli arrendevole sceso in campo a Firenze. L’allora tecnico giustificò quella prestazione deludente con la frase diventata poi famosa dello scudetto perso in albergo la sera prima dopo aver visto lo scempio in terra milanese. Una giustificazione che ci può stare tra i tifosi, ma non detta da un professionista. I tifosi nonostante la rabbia contro Orsato e Agnelli, la riversarono anche contro il proprio tecnico e squadra perché avrebbero dovuto lottare nonostante tutto. Nonostante il Palazzo volesse veder trionfare quelli con la maglia a striscia bianconere. Una giustificazione che non rese merito alla cavalcata di quei ragazzi che mostrarono la bellezza del calcio al mondo arrivando secondi a 91 punti. Una giustificazione che per 5 anni è stato un alibi che finalmente potrà essere cancellato.
Il destino ci ha messo lo zampino in una stagione dalle mille coincidenze. Il gol al 93’ contro la Juventus, il 29 aprile del 1990, il 29 aprile del 2018, il 29 aprile del 2023 forse più parente al 30. Il Mondiale vinto dall’Argentina, la prima partita dell’anno persa nello stesso giorno di quell’87. Simeone che negò la gloria a Firenze e che invece quest’anno ha regalato 9 punti fondamentali per il tricolore. Ma soprattuttoSarriche domenica pomeriggio con una sconfitta o un pareggio a San Siro, quel San Siro di Pjanic contro Rafinha, di Orsato e di Spallettisulla panchina dell’Inter, potrebbe regalare lo scudetto al Napoli. Così dopo 5 anni non parleremo più di scudetto perso in albergo, ma di scudetto vinto sul divano di casa. E questa volta non ci saranno lacrime di dolore, ma solo la gioia di una città che dopo 33 anni torna ad essere la capitale del calcio italiano.
A cura di Sara Ghezzi
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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