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Inzaghi scappa (alla rinfusa) dal baratro della B, occhio all’orgoglio granata nel derby

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Tra Salernitana e Napoli (con le dovute proporzioni di società e squadra) non si sa chi sta peggio: Inzaghi cerca di non farsi risucchiare dal baratro della B

Nonostante la Salernitana venga da tre prestazioni (Coppa Italia, ovviamente, esclusa ndr) convincenti, non si può di certo definire positiva la stagione degli uomini di Inzaghi (prima di Paulo Sousa). Proprio l'ex tecnico del Brescia e fratello dell'attuale - più bravo - allenatore dell'Inter non è mai riuscito a dare una marcia in più né princìpi di gioco particolarmente moderni a questa squadra, cosa che il suo predecessore era riuscito a fare con ottimi risultati a metà dell'anno scorso. Poi il decorso che conosciamo. Ad oggi, tra i granata e il Napoli c'è poco da scegliere e tanti errori di cui rammaricarsi.

Confusione e discesa

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La Salernitana di Inzaghi non pecca quasi mai di spirito e impegno, eppure non riesce a portare a casa i risultati troppo spesso. A Bergamo uno scivolone clamoroso, poi tre buone prestazioni che hanno portato degli improvvisi e insperati 4 punti ma che sono sembrate episodiche e non per forza sintomo di una ritrovata identità di gioco. Di più, la cessione di Mazzocchi - che verrà nei fatti "scambiato" con Zanoli proprio dal Napoli - ha creato un buco importante, constatando che si trattava di uno dei giocatori di maggior tecnica della squadra insieme a Kastanos e Dia (praticamente mai disponibile quest'anno). A poco stanno servendo i cambi di modulo e i tentativi di cambiare qualcosina da parte di Inzaghi, che il più delle volte riesce a raggiungere il risultato da giocate singole (strepitosa quella di Maggiore - inutile - contro la Juventus). Sabatini è di nuovo al lavoro sul mercato ma stavolta l'impressione è che ci vorrà di più, anche perché - lo insegna lo stesso Napoli - quando si è in crisi si fa subito a perderle tutte le partite e a perdersi in toto come collettivo. Sfiducia.

La stella

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Intanto, in un quadro come detto non certo positivo, non possiamo non menzionare un calciatore dall'esperienza di Antonio Candreva. Sempre al servizio della squadra, forte sui calci piazzati e in grado di risolvere la gara con un tiro da fuori o un assist, se in giornata fisicamente e ispirato tecnicamente. L'anno scorso fu Dia a rovinare (rimandare) lo Scudetto del Napoli di una settimanella, ora dovrà essere lui a tentare il colpaccio tenendo la squadra letteralmente sulle spalle. Verrà schierato lì come sempre alle spalle di un ricomparso Simy, che pure il Napoli conosce bene.

Di Mattia Fele

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