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editoriali

Rrahmani, dietro le quinte ma non troppo: il Napoli punta sulla colonna spallettiana

Enrico Esposito

Il difensore kosovaro è definitivamente esploso nel corso di questa stagione ed è pronto adesso per una fase successiva

La scorsa settimana il Napoli ha annunciato ufficialmente il rinnovo di contratto di Rrahmani fino al giugno del 2027 con opzione per l'anno successivo. Una notizia attesa da tempo ma con la tranquillità e la consapevolezza che il lieto fine non fosse mai messo in discussione. La storia d'amore tra il difensore kosovaro e il club azzurro è iniziata in sordina durante l'era Gattuso per poi esplodere definitivamente sotto la guida di Spalletti. Amir ha vissuto una crescita progressiva paragonabile a quella delle prestazioni della squadra fino a raggiungere insieme il trionfo scudettato.

Rrahmani è il prototipo del giocatore operaio

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Parola d'ordine: umiltà. L'approccio di Amir Rrahmani alla nuova realtà partenopea ha sempre poggiato su questo assunto privo di dubbi. Per lui Napoli ha rappresentato il "la va o la spacca" di una carriera fino ad allora certamente rispettabile ma ancora aperta a traguardi altissimi. Due campionati croati e una Coppa nazionale della Croazia nelle stagioni dal 2017 al 2019 con la maglia della Dinamo Zagabria, il passaggio al Verona l'anno successivo e a 26 anni lo sbarco all'ombra del Vesuvio. Tutti ricordiamo l'erroraccio con il quale Rrahmani bagnò l'esordio azzurro dal 1' nella trasferta di Udine del 10 gennaio 2021. Un corto retropassaggio del kosovaro al 28' permise a Lasagna di siglare la rete del pareggio per i padroni di casa dopo il vantaggio-lampo siglato da Lozano. Un debutto da titolare in versione horror che però rappresentò solo un incidente di percorso anche facilmente comprensibile visto il peso della maglia. Malgrado la concorrenza di Manolas, Rrahmani si impose nel girone di ritorno come il fidato compagno di reparto di Koulibaly. E l'infortunio del gigante senegalese nell'ultimo mese del torneo innalzò ulteriormente le responsabilità dell'ex Verona, cui Gattuso affidò il ruolo di perno del reparto arretrato.  Nel maledetto Napoli-Verona del 23 maggio 2021 Amir coronò la sua escalation con la rete agli scaligeri che valse il momentaneo 1-0. Un primo gol in maglia azzurra che purtroppo arrivò nel giorno più triste. Gattuso e il club partenopeo si lasciarono e pochi giorni arrivò il suo erede: Luciano Spalletti.

L'esplosione spallettiana

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Con il tecnico di Certaldo Rrahmani si ritrovò in avvio di stagione ancora il terzo centrale di difesa nelle gerarchie alle spalle di Koulibaly e Manolas. Ma le prove poco convincenti del greco e un marchiano errore nel match contro la Juve spalancarono le porte alla titolarità di Amir. Spalletti promosse il kosovaro al ruolo di inamovibile sin dalla successiva trasferta di Udine a nemmeno un anno di distanza. Il ritorno sul "luogo del delitto" non spaventò però Rrahmani, che se la cavò alla grande trovando la rete nel 4-0 finale di marca azzurra. Un gol significativo dal punto di vista mentale per il classe 1994 che però cominciò a prenderci gusto. Alcune settimane dopo fu un suo colpo di testa a regalare alla squadra i tre punti al Franchi di Firenze nel 2-1 che confermò il Napoli primo a punteggio pieno. Un acuto che incoronò una volta per tutte il kosovaro, autore di altre due segnature nel corso della stagione. Al di là dei gol, l'aspetto più rilevante delle sue prestazioni consisteva nella regolarità e nell'attenzione mostrata dal calciatore. Ed eccoci arrivati all'ultimo anno, quello ancora in corso, quello dello Scudetto. La partenza di Koulibaly ha accresciuto la fiducia di società e allenatore nelle qualità di Rrahmani, diventato ormai una colonna del reparto arretrato e non solo.

L'arrivo del semisconosciuto Kim ha permesso a Luciano Spalletti di costruire fin dal debutto stagionale a Verona una coppia assortita come meglio non si poteva. L'ex Fenerbahce ha sostituto KK non solo numericamente ma anche per caratteristiche andando a fare le veci del marcatore tout court, del muro in difesa. Con la partenza di Koulibaly, Rrahmani ha ricevuto in dote il pesante testimone di elemento di continuità del reparto arretrato ma anche una maggiore libertà a livello espressivo. Il kosovaro si è sciolto molto di più grazie all'esperienza e alla familiarità con l'ambiente, conoscendo un'affermazione assoluta in quanto a personalità. Con le spalle coperte dalle grandi capacità da marcatore del compagno coreano, l'ex Verona ha potuto vestire i panni di quel regista arretrato che al Napoli mancava dai tempi di Albiol. Ne sono prova i lanci lunghi destinati a Osimhen che si sono tramutati in oro se pensiamo soprattutto al match di Sassuolo (un palo e un gol magnifico da parte del giorno). La cura Spalletti ha consentito ad Amir di ampliare così il suo ventaglio di componenti, senza abbandonare il vizietto per il gol (due reti stagionali contro Juve e Atalanta).


Una colonna di sicuro affidamento da cui ripartire

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Abbiamo detto ad inizio articolo dell'annuncio del rinnovo di contratto per Rrahmani. Il difensore ha allungato per due anni il precedente accordo che prevedeva scadenza nel giugno del 2025. Alla soglia del trentesimo compleanno, Amir ha scelto dunque di unirsi a vita al Napoli perché in caso di esercitazione dell'opzione resterà in Campania fino all'età di 34 anni. Il club ha voluto riconoscere i giustissimi meriti ad uno dei suoi interpreti meno appariscenti ma non per questo meno significativi, anzi. L'ufficialità del prolungamento arriva non a caso poco prima della notizia dell'addio di Spalletti e con largo anticipo rispetto a una possibile cessione anche di Kim. In tal senso Rrahmani si presenterà per l'allenatore e un eventuale compagno di reparto come la colonna titolare del pacchetto di centrali da cui ripartire. Un professionista serio e giunto a livelli molti alti, perfettamente a suo agio con capitan Di Lorenzo e i terzini sinistri e al servizio anche della manovra offensiva. Un jolly per le due fasi, che da operaio laborioso si è affermato sino a diventare un professore sicuro e in grado di guidare i più giovani e gli ultimi arrivati. Kim ne sa qualcosa.

A cura di Enrico Esposito

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