L'esplosione spallettiana
—Con il tecnico di Certaldo Rrahmani si ritrovò in avvio di stagione ancora il terzo centrale di difesa nelle gerarchie alle spalle di Koulibaly e Manolas. Ma le prove poco convincenti del greco e un marchiano errore nel match contro la Juve spalancarono le porte alla titolarità di Amir. Spalletti promosse il kosovaro al ruolo di inamovibile sin dalla successiva trasferta di Udine a nemmeno un anno di distanza. Il ritorno sul "luogo del delitto" non spaventò però Rrahmani, che se la cavò alla grande trovando la rete nel 4-0 finale di marca azzurra. Un gol significativo dal punto di vista mentale per il classe 1994 che però cominciò a prenderci gusto. Alcune settimane dopo fu un suo colpo di testa a regalare alla squadra i tre punti al Franchi di Firenze nel 2-1 che confermò il Napoli primo a punteggio pieno. Un acuto che incoronò una volta per tutte il kosovaro, autore di altre due segnature nel corso della stagione. Al di là dei gol, l'aspetto più rilevante delle sue prestazioni consisteva nella regolarità e nell'attenzione mostrata dal calciatore. Ed eccoci arrivati all'ultimo anno, quello ancora in corso, quello dello Scudetto. La partenza di Koulibaly ha accresciuto la fiducia di società e allenatore nelle qualità di Rrahmani, diventato ormai una colonna del reparto arretrato e non solo.
L'arrivo del semisconosciuto Kim ha permesso a Luciano Spalletti di costruire fin dal debutto stagionale a Verona una coppia assortita come meglio non si poteva. L'ex Fenerbahce ha sostituto KK non solo numericamente ma anche per caratteristiche andando a fare le veci del marcatore tout court, del muro in difesa. Con la partenza di Koulibaly, Rrahmani ha ricevuto in dote il pesante testimone di elemento di continuità del reparto arretrato ma anche una maggiore libertà a livello espressivo. Il kosovaro si è sciolto molto di più grazie all'esperienza e alla familiarità con l'ambiente, conoscendo un'affermazione assoluta in quanto a personalità. Con le spalle coperte dalle grandi capacità da marcatore del compagno coreano, l'ex Verona ha potuto vestire i panni di quel regista arretrato che al Napoli mancava dai tempi di Albiol. Ne sono prova i lanci lunghi destinati a Osimhen che si sono tramutati in oro se pensiamo soprattutto al match di Sassuolo (un palo e un gol magnifico da parte del giorno). La cura Spalletti ha consentito ad Amir di ampliare così il suo ventaglio di componenti, senza abbandonare il vizietto per il gol (due reti stagionali contro Juve e Atalanta).
Una colonna di sicuro affidamento da cui ripartire
—Abbiamo detto ad inizio articolo dell'annuncio del rinnovo di contratto per Rrahmani. Il difensore ha allungato per due anni il precedente accordo che prevedeva scadenza nel giugno del 2025. Alla soglia del trentesimo compleanno, Amir ha scelto dunque di unirsi a vita al Napoli perché in caso di esercitazione dell'opzione resterà in Campania fino all'età di 34 anni. Il club ha voluto riconoscere i giustissimi meriti ad uno dei suoi interpreti meno appariscenti ma non per questo meno significativi, anzi. L'ufficialità del prolungamento arriva non a caso poco prima della notizia dell'addio di Spalletti e con largo anticipo rispetto a una possibile cessione anche di Kim. In tal senso Rrahmani si presenterà per l'allenatore e un eventuale compagno di reparto come la colonna titolare del pacchetto di centrali da cui ripartire. Un professionista serio e giunto a livelli molti alti, perfettamente a suo agio con capitan Di Lorenzo e i terzini sinistri e al servizio anche della manovra offensiva. Un jolly per le due fasi, che da operaio laborioso si è affermato sino a diventare un professore sicuro e in grado di guidare i più giovani e gli ultimi arrivati. Kim ne sa qualcosa.
A cura di Enrico Esposito
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