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editoriali

Che sia per Kim o per Juan Jesus, poco importa: Rrahmani nel 2023 riavrà il suo “posto”

rrahmani
Diamo i voti agli azzurri

Sara Ghezzi

Cari lettori e care lettrici di CalcioNapoli1926.it, il campionato è andato in letargo per lasciar spazio ai Mondiali del Qatar che hanno visto la vittoria dell'Argentina . Ma noi non vi lasceremo soli. Per questo motivo ripercorriamo questa prima parte di stagione che ha visto il Napoli dominare in Champions League e in Serie A dando i voti ai giocatori. Dopo aver parlato del muro Kim è il momento dell’altra metà: Amir Rrahmani. Il kosovaro che la scorsa stagione si è preso la titolarità e che quest’anno si stava confermando in coppia con il coreano fino all’infortunio. Per quello che si è visto fino all’11 ottobre Amir merita 7,5.

Rrahmani, poco evidente ma fondamentale

ajax napoli
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La sua stagione l’ha iniziata come aveva finito solo con un compagno diverso. Partito Koulibaly è arrivato Kim, ma la musica non è cambiata con Rrahmani sempre attento e solido. E pensare che la sua avventura in azzurro non era iniziata nel migliore dei modi. Tanta panchina fino al debutto disastroso contro l’Udinese che portò l’allora tecnico partenopeo Gattuso a richiamarlo in panchina tra il primo e il secondo tempo.

Ma lo scorso anno contro la Juventus Manolas ha praticamente concluso la sua avventura al Napoli regalando un passaggio di testimone a Rrahmani che da quel momento non ha più lasciato il suo posto se non per qualche infortunio. Ad inizio stagione il suo compito era chiaro fare da chioccia a Kim per supportarlo nel suo ambientamento a Napoli. Amir lo ha fatto con la sua pulizia e attenzione e forse proprio grazie a lui si deve l’exploit così repentino del numero 3.

Contro la Cremonese si è infortunato rimanendo fermo ai box e costringendo Spalletti ad alternare Juan Jesus e Ostigard che lo hanno sostituito alla grande, ma dal 4 gennaio dovrebbe tornare a disposizione pronto a riprendersi l’altra metà del muro napoletano per rincorrere quel sogno chiamato Scudetto.

A cura di Sara Ghezzi

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