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editoriali
Se il regolamento non è uguale per tutti che senso ha partecipare?
Come dimenticare l'intervento killer di Ronaldo su Cragno?
Premessa doverosa: Osimhenha sbagliato di grosso e giustificarlo vorrebbe dire fargli del male. Certi atteggiamenti non sono tollerabili, anche se a dire il vero il ragazzo è entrato in campo con grande voglia, con una garra che lascia ben sperare per il prosieguo del campionato. Proviamo però ad analizzare il fallo "incriminato". Nessuno ha detto che malgrado l'evidente ingenuità, Victor ha reagito a una strattonata dell'avversario. Prima di subire il colpo, Heymans ha afferrato Osimhen per la collottola nel vano tentativo di ostacolare la sua furia.
Insomma, questa è una "chiellinata" in piena regola, e chi vuole intendere intenda... Certo, il centrocampista belga ha agito con grande furbizia, ha provocato l'azzurro che è poi caduto nel trappolone. Il gesto tuttavia non è stato gratuito, ma si può coerentemente inquadrare come una reazione tanto ingenua quanto scomposta. Se è vero lo slogan Football is not ballet, le due giornate di squalifica sono un'esagerazione, per non dire un'offesa al buon senso.
Il calcio in Italia è quel posto magico dove è possibile soprassedere su un intervento killer, salvo poi adunare la corte marziale per un leggero buffetto.Il 14 marzo del 2021 Cristiano Ronaldo, prima di segnare una tripletta, colpisce violentemente il portiere del Cagliari Cragno con un calcio in pieno volto. L'intervento non è solo scomposto, ma è pericolosissimo e mette a serio rischio la vita dell'estremo difensore rossoblù. Se il calcio del portoghese avesse preso la tempia (situata a pochi centimetri dalla zona d'impatto) poteva scapparci anche il morto. Cari lettori, è assurdo pensare che Calvarese ha punito quel colpo alla Bruce Lee con un semplice cartellino giallo. In altre parole, fatta salva la buona fede della classe arbitrale (abbiamo prove contrarie? No...), questo è un problema di interpretazione del regolamento. Ed è un problema molto serio se anche il buon senso va a farsi benedire. Se il codice che disciplina il gioco non è uguale per tutti - e le differenze ermeneutiche sono così nette e arbitrarie - la domanda è una e non ha risposta: che senso ha partecipare?
Luca Cerchione
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