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editoriali

Quagliarella, ‘The last dance’ al Maradona: una carriera con il Napoli nel destino

Tony Sarnataro
Tony Sarnataro Giornalista 

L'attaccante della Sampdoria può chiudere la carriera proprio questa domenica al "Maradona" in occasione della gara scudetto

Fabio Quagliarella, attaccante della Sampdoria, è al passo d'addio con la carriera che può chiudersi proprio questa domenica al "Maradona" in occasione della gara scudetto tra azzurri e blucerchiati. Non è questo, forse, un segno del destino? Lui, napoletano di Castellamare di Stabia, ex Napoli e da sempre tifoso del Napoli, chiudere la carriera nel giorno della celebrazione del terzo scudetto. Non è questo, forse, un segno del destino? Probabilmente ci starà pensando anche lui in queste ore, dopo le lacrime già versate lo scorso venerdì nel congedo con "Marassi". Intanto andiamo a celebrare la carriera e la vita di uno sportivo come Quagliarella, uno dei calciatori più longevi in attività.

Quagliarella e l'addio al calcio, la carriera

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Stiamo parlando di un talento che fin dai tempi delle giovanili del Torino aveva messo in mostra colpi grandissimi. Il gol "a la Quagliarella" è diventato tale con il passare degli anni, e si intende una rete siglata con un gesto sopraffino, un colpo di classe come una "palombella" dalla distanza. Per anni ha fatto solo gol belli. Ne sa qualcosa pure il Napoli, purgato da un colpo di tacco mostruoso in un Sampdoria-Napoli 3-0 del settembre 2018, albori dell'era Ancelotti. Già proprio al Napoli, la squadra che da sempre è nel suo cuore, ma a cui non ha risparmiato colpi e fantasie. L'hanno perdonato i napoletani, come l'hanno perdonato dopo quell'addio alla Juve spiegato solo anni dopo. Ma andiamo con ordine, anche perché le sue squadre sono state tante. Torino, Florentia Viola (l'anno di serie C della Fiorentina post-fallimento), Chieti, Ascoli, Sampdoria una prima volta e Udinese rappresentano quasi la prima vita calcistica dell'attaccante nella prima decade degli anni 2000. Dove si è forgiato, dove si è inventato. Anche diventando uomo. Perché l'uomo viene prima del campione. Basti pensare alla scelta del numero 27 a cui non ha mai rinunciato. Era il numero di Niccolò Galli, figlio di Giovanni, grande amico di Fabio e morto tragicamente a 18 anni nel 2001. Erano coetanei e avevano vissuto insieme le giovanili nel Torino. Da allora Quagliarella ha sempre avuto quel numero per ricordare la memoria del suo amico. Ma il Quagliarella uomo è venuto fuori anche nella storia dello stalker che per anni l'ha perseguitato. E qui arriviamo alla sua parentesi napoletana.

Vedi Napoli e poi...sei costretto ad emigrare

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All'età di 26 anni, in piena maturità calcistica, Fabio Quagliarella approda al Napoli. Siamo nel 2009 e finalmente veste la maglia della sua città e quella per cui da sempre fa il tifo. Finalmente profeta in patria, scoppia l'amore con la piazza. Prodezze, giocate, gol, assist: conclude il campionato 2009-10, il primo con Mazzarri in panchina, con 34 presenze e 11 reti. Nell'estate però succede qualcosa di incomprensibile per molti: è addio, repentino, improvviso. E non ad una squadra qualsiasi ma alla Juve. Scoppia il putiferio, viene etichettato ovunque come un traditore e fischiato senza mezzi termini ogni volta che torna nell'ex "San Paolo". Troppo grande la delusione dei tifosi azzurri per essere andato alla rivale di sempre. La verità, però, verrà a galla solo qualche anno dopo. Una brutta storia extracampo. In pratica l'attaccante è finito vittima di stalking, da un presunto amico carabiniere. Ed è dovuto emigrare per non far star male lui e la sua famiglia alle prese con richieste e minacce sempre più consistenti. Unica proposta disponibile quella della Juve, fu così costretto ad accettare. Questo lo riabilita alla piazza e da allora ha sempre avuto attestati di stima e riconoscenza dai suoi ex tifosi.

Finale in crescendo

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Conclusa anche la parentesi juventina resta a Torino ma cambia sponda della città: va in granata dov'è di ritorno dopo averci giocato da giovane. Finale di carriera in calo con l'età che avanza? Nemmeno per sogno. Anzi, se vogliamo, è qui che la leggenda di Quagliarella si consolida. Tra Torino e Sampdoria (dove ritorna nel 2016), segnando gol spettacolari e vincendo anche la classifica cannonieri nel 2018-19 con 29 reti. Il resto è un finale in crescendo, fino al probabile addio di domenica. Grazie di tutto Fabio, napoletano vero con il Napoli nel destino. I veri tifosi del calcio non ti dimenticheranno mai. Quale futuro? Forse nella dirigenza della Sampdoria, considerando il fallimento scongiurato da parte del club blucerchiato.


a cura di Tony Sarnataro

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