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editoriali
Luciano Spalletti (Photo by SSC NAPOLI via Getty Images)
Lo scorso 13 ottobre abbiamo scritto che se il contratto di Insigne è il chiavistello utilizzato da certi media per destabilizzare il Napoli, allora li abbiamo già smascherati. E non c'è trucco che tenga. Oggi, a distanza di quattro giorni, anche se per una ragione parzialmente diversa, vogliamo ripetere lo stesso concetto (a beneficio di chi non ha letto questo articolo). Lo vogliamo ribadire anche perché con il fatto di cronaca che ha coinvolto Luciano Spalletti il copione, più o meno, è identico. Cambia solo 'l'innesco' della strumentalizzazione: da una vicenda contrattuale a una... personale. Il che, lasciatecelo dire, è piuttosto squallido.
La sensazione, e forse è opportuno ripeterlo, è che a qualcuno non vada giù "la calma serafica" di una Napoli finalmente matura e disincantata. Parliamo di una piazza che notoriamente s'incendia alla minima scintilla. Qualche anno fa, il filotto di vittorie avrebbe rievocato bandiere, caroselli e sogni di gloria. Ma stavolta no, non dopo le cocenti delusioni della passata stagione. Stavolta è la squadra stessa che ha ancora MOLTO da farsi perdonare (per stessa ammissione di Spalletti a Dimaro).
Se il Napoli vince col Toro - fate pure i debiti scongiuri - mette l'Inter Campione d'Italia a ben sette lunghezze di distanza. Il gruppo azzurro è primo e in città regna una quiete che ha del surreale. Sembra un paradosso. E forse è proprio questo che sta spaventando i maestri della provocazione. Forse è proprio questa la ragione per cui ogni elemento che può turbare la serenità dei partenopei viene messa in risalto fino al parossismo. Vogliamo dirlo molto chiaramente: il furto di una Panda in una metropoli non è una notizia, non lo è a Napoli come non lo è a New York (con buona pace di chi vuol far passare lo scoop degno di un premio Pulitzer). E no, adesso non allegheremo tutte le disavventure che i calciatori ritualmente subiscono a Roma, a Torino o a Milano (per non parlare di quello che è successo nella ricca Nizza all'ex compagna di Balotelli).
Sarebbe come scendere al loro livello, oltreché sparare sulla croce rossa. Più in generale, al di là di ogni insopportabile retorica, sarebbe scorretto: perché il dolore degli altri non andrebbe mai strumentalizzato. Ecco, e allora vogliamo che questo tritacarne mediatico sia un monito per la banda Spalletti. Vogliono ostacolare il Napoli con ogni mezzo, lecito o meno. Ed è giusto tenere alta la guardia. Nel nostro piccolo (piccolo o grande che sia, scegliete voi), noi proviamo a farlo.
A cura di Giovanni Ibello
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