Il Napoli è arrivato alla sua condizione migliore e ha trovato l'equilibrio tra coraggio e compattezza. È stato merito di un'unione tutta tecnica tra Garcia e i giocatori che finalmente sta dando i suoi frutti. Osimhen nota stonata
Chi dava per spacciato Rudi Garcia ieri sera si sarà dovuto ricredere in meno di novanta minuti. Per un Napoli che fuori dal campo stava toccando il fondo ma dentro il campo stava risalendo la china e lo avevamo detto già dopo Bologna. I calciatori e il tecnico si sono finalmente parlati (avrebbero dovuto farlo un po' prima ndr) e sono venuti alla conclusione che fare risultati significa venirsi incontro. I giocatori hanno accettato di modificare seppur in modo lieve qualche atteggiamento in campo proponendo qualcosina di diverso, Garcia ha implicitamente ammesso di non essere la divinità rivoluzionatrice che avrebbe potuto cambiare questo Napoli. Quindi si marca di nuovo a zona, si aggredisce nei 30 metri e non si va a spasso per il campo e dietro agli avversari. Ne consegue che i giocatori vogliono giocare al calcio e lo fanno con gioia, che si segna e che anche se si è "prevedibili" i tempi di gioco con questa qualità rendono impossibile ogni argine da parte di chi ti affronta.
Non ci sono paragoni
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Anche in questo caso però va mantenuta una certa coerenza e un certo spessore critico: il Napoli di Garcia non giocherà tutto l'anno come abbiamo visto ieri. Resta il dubbio di una squadra che possa giocare un ruolo altalenante nel nostro campionato, anche se la vittoria del Sassuolo a Milano - va detto - ha sorpreso non poco. Il Napoli dell'anno scorso non avrebbe perso quella partita. Forse, però, è anche tempo di smetterla con l'anno scorso. Questi giocatori hanno dimostrato che, una volta arrivati a un certo livello di forma, esprimono un calcio armonico e meraviglioso se 1) motivati a farlo 2) sono determinati e brillanti 3) riescono a innescare i contenuti chiave dei giocatori chiave. Kvaratskhelia e Zielinski sono stati semplicemente senza senso. Imprendibili e deliziosi. Il Napoli avrebbe vinto con il 95% delle squadre di Serie A giocando così, nonché se la giocherebbe alla pari col Real se continuasse nelle prossime settimane ad esprimersi con questo linguaggio. Garcia ha indovinato anche i cambi: giusto togliere Osimhen per Simeone in questo momento e finalmente regalare minutaggio a Lindstrom, che quasi finiva la sua prima apparizione con un assist e un gol. È un giocatore forte e tecnico, esplosivo. Benissimo Politano che sta dando assist e facendo gol come se non ci fosse un domani.
Poi un elogio alla difesa: visto Natan con Ostigard? Due completi panchinari fino a una settimana fa, additati entrambi di non essere all'altezza. Il campo ha dimostrato che sicuramente non si difende solo in 4 o in 2 ma in 11 e che la squadra è tornata a subire pochissimi tiri anche attaccando (l'equilibrio mancato sia a Braga che a Bologna in due sensi opposti, ma con un ricerca che era sintomo di crescita ndr), ma i due del centro-difesa sono stati comunque puliti e attenti. Natan a volte è addirittura un ottimo iniziatore di azione. L'azione in cui Osimhen quasi raddoppia parte dal portiere e poi va veloce in verticalità grazie a Lobotka dal centrocampo in su. Forse è questa la vera novità via-di-mezzo che unisce la spallettiana memoria, le caratteristiche dei giocatori e le novità di Garcia. Questa posizione di Lobotka che si permette anche di avanzare, questi strappi di Anguissa che è stato ieri tutt'altro che mero equilibratore. Insomma, far rendere i calciatori per quello che sono e poi solo dopo dargli più valore in base a se stessi e alle proprie idee. Questo sta facendo Garcia che - ci permettiamo di dire - ha capito un po' tardi di doversi imporre meno e di dover ascoltare di più nello spogliatoio. Così facendo ha reso felici i giocatori, che scendono in campo più sicuri e vincono le partite. Il tempo dirà se, una volta presa una certa autorevolezza, si potrà trasformare veramente questa squadra a sua immagine e non con briciole di sé. E comunque c'è stato lo zampino di De Laurentiis che aveva twittato di una ripartenza da Bologna e non era possibile fosse un caso, se misto al cambiamento sul campo del Napoli al Dall'Ara.
Due parole su Osimhen: abbiamo finalmente capito che Victor non sarebbe voluto rimanere a Napoli in estate e che è stato convinto un po' dal rinnovo - non ancora formalizzato, ma comunque monstre e promesso - e un po' forse dalla possibilità di giocare un altro po' a grandissimi livelli in Champions e in Italia. Né la Premier ha bussato a quelle cifre né il PSG, che pur dovendo sostituire Messi e Neymar ha preso Kolo Muani. C'era solo l'Arabia Saudita e ADL ha detto no. Ora in quest'ultima settimana il nigeriano si è sentito maltrattato da ambiente, allenatore e tifosi. Poi dalla società stessa tramite il Social Media Manager di TikTok. Chi vi scrive è convinto che quando un calciatore vuole andare via glielo si debba concedere, ma un'estate in cui ADL perde Spalletti, Giuntoli, Kim e anche Osimhen dopo lo Scudetto sarebbe stata difficile da gestire. Osimhen è stato in questo senso tenuto a forza, ma se il rinnovo andrà in porto potrebbe comunque guadagnare quanto merita per una stagione per poi lasciare a giugno. Questi sono stati i motivi dei mal di pancia dell'altro ieri e del tweet assurdo del suo agente Calenda, cavalcatore professionista d'onde mediatiche. Poi Victor ha segnato e non ha esultato, ma siamo certi che il campo gli darà il sorriso e che non avrà più bisogno di smuovere le masse di suoi fan dal suo Paese che ancora insultano il Napoli su internet. Il Napoli ama Osimhen anche se lo venderà. Osimhen ami il Napoli perché ha - letteralmente - fatto carte false per lui e per questo club lui ora è nominato al Pallone d'Oro. Chi vivrà vedrà.