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editoriali
È andata così, lo si era capito dopo 9 minuti che la giornata era storta, votata alla sofferenza. Dopo il debutto di Verona, ritorna la sconfitta per il Napoli (con lo stesso risultato ndr) che non è riuscito a reagire al primo tempo dominante dell’Atalanta. Ma se prima non bisognava infiammarsi, ora non bisogna disunirsi, non possiamo permettercelo.
Non perdere se stessi, restare attaccati a quel sogno: così deve interpretare il Napoli la geniale frase di Sorrentino. E Conte lo sa, gli azzurri non si devono disperdere dietro gli ostacoli e le crepe di una partita. Se era presto prima per cantare vittoria, è presto anche adesso per deprimerei, disunirsi. Ma qualche campanello d’allarme in questa gara c’è stato: la difesa ha scricchiolato e la reazione, il carattere, non si sono visti. Ecco perché torna di moda la frase del film “È stata la mano di Dio”, perché questo Napoli si è lasciato sopraffare da quegli ostacoli sorti nella gara con l’Atalanta. La squadra di Gasperini ha mostrato idee chiare che hanno spiazzato gli azzurri che solo per un attimo hanno dato segnali di reazione: con il palo di McTominay. Poi è stata una gara a senso unico in cui non c’è stato nulla da fare.
Ma tornando al famoso dialogo del film, Capuano dice a Fabietto “Non dimenticare il tuo ruolo, il tuo compito". Ecco, il Napoli dopo questa sconfitta non deve dimenticare il suo ruolo: quello di un club in crescita che ha l’obbligo di tornare in Champions. Ha le qualità per ambire ad altro, ma lo ripeteremo fino allo sfinimento: il nuovo progetto è iniziato da pochi mesi e c’è ancora tanto da fare. Conte lo sa e l’ha ribadito più volte. Non si tratta di nascondersi, alle volte ha tirato eccessivamente il freno a mano con le sue dichiarazioni ma di base ha ragione: le altre (quelle che giocano la Champions ndr) sono più avanti nel progetto, hanno rose più profonde e soprattutto non vengono dalle macerie da cui viene il Napoli. “Questo percorso non sarà rose e fiori. Nelle difficoltà dovremo essere forti, quando le cose vanno bene è molto più semplice per tutti”, aveva detto il mister in conferenza. E ora quelle difficoltà sono arrivate. Ora il Napoli e tutto l’ambiente devono essere bravi a non disunirsi. Insieme, come è sempre stato dal 1926, nelle difficoltà e nelle gioie. Rialzarsi costantemente: è questo quello che bisogna fare. Ne arriveranno altri di passi falsi e lì si capirà la vera forza. Domenica sera a San Siro è il giusto momento per dimostrare che questa squadra è forte e non si disunisce.
A cura di Giovanni Frezzetti
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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