Il Napoli continua l'entusiasmante corsa in campionato. Gli ultimi tre punti sono arrivati sullo scadere dei novanta minuti contro lo Spezia. Il gol di Raspadori ha sconfitto una psicosi che poteva essere decisiva. Tuttavia, la difficoltà con le medio-piccole è accertata e resta preoccupante, un dato continuo. E affidarsi al destino e alle zampate in passato non ha portato a grandi risultati...
editoriali
Ancora una “piccola” negli incubi del Napoli: lo Spezia è un campanello d’allarme
Spalletti, c'è tanto lavoro da fare
La vittoria contro lo Spezia ha rilanciato il Napoli in Paradiso. Certo, i tifosi penseranno ai tre punti ottenuti, ma vanno analizzati alcuni temi delicati per un squadra che deve correggere dettagli fondamentali. La prestazione al Maradona è stata dominante, senza alcun dubbio. Ma fin dal primo tempo si è intravisto un nervosismo nei calciatori azzurri capace di condizionare ogni giocata. Alla corte del Vesuvio, ogniqualvolta si affronti una "piccola" si ricade negli stessi errori. Sabato Spalletti e i suoi ci ricascano, non del tutto ma lo fanno. Per analizzare questo dato, basti ripensare al Napoli fluido visto contro il Liverpool in Champions League. Certamente gli inglesi giocano un calcio più spregiudicato, concedendo più spazio all'avversario, ma ciò che cambia nei match di Serie A è il gioco dei partenopei e non quello degli ospiti. Se la partita contro lo Spezia fosse finita in parità, ci sarebbe stato tanto da recriminare ma va anche sottolineato che la "pericolosità" creata non è stata eccessiva. In entrambi i tempi, i liguri hanno lasciato l'impostazione del gioco ai padroni di casa, senza mai rischiare l'intervento o l'anticipo. Ciò va a favore degli azzurri solo se vengono sfruttate a dovere tutte le qualità a disposizione. Tutto ciò non è stato dimostrato: un possesso palla sterile, funereo ha permesso ai ragazzi di Gotti di sperare fino agli ultimi minuti. Ciò è inammissibile. Oltre al problema tattico, urge un necessario cambio di mentalità per cercare di non incappare in errori troppo spesso frequenti.
Questione di mentalità
Spesso il cambiamento fa paura. Quasi nessuno ha il coraggio di intraprendere un nuovo percorso, porsi dei nuovi obiettivi. Ciò può essere la chiave per arrivare a nuovi successi, forse quelli sempre desiderati. La squadra capitanata da Luciano Spalletti ha dei problemi, forse più "mentali" che tecnici. Essere un vincente vuol dire non aver paura di nessuno, sapersi scontrare con chiunque cambiando gli altri e mai se stessi. Alla corte del Vesuvio, questo campanello ha ricominciato a suonare. Nella sfida di sabato sono riapparsi gli scheletri nell'armadio di una squadra ancora incompleta. Come è giusto che sia occorre del tempo, ma quest'ultimo sa essere beffardo. Infatti, questo gruppo non ha obiettivi ma tanti desideri. Per provare quantomeno a raggiungerli va intrapreso un cambiamento: non deve riguardare gli interpreti, ma la mente di ognuno di loro. Indossare questa maglia porta con sé tanta pressione, ma quest'ultima non può e non deve avere la meglio su ciò che va dimostrato sul rettangolo verde. Infatti, i partenopei devono sconfiggere le proprie paure. Una di questa è il timore di affrontare un club meno blasonato. Il successo finale passa proprio da qui. Contro lo Spezia, nonostante le difficoltà, si è arrivati alla vittoria ma in futuro lo scenario potrebbe essere diverso. Il destino può voltarti le spalle da un momento all'altro e quella che doveva essere una partita come le altre può diventare il più grande rimpianto. Napoli ed il Napoli lo sanno e non hanno alcuna intenzione di cadere nella trappola, ancora una volta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA di Giuseppe Ferrara
© RIPRODUZIONE RISERVATA