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Momenti catartici

«In bilico tra santi e falsi dei»: dopo la sosta la verità sulle chance scudetto del Napoli

spalletti napoli

Ostacoli e prospettive dei prossimi due mesi

Enrico Esposito

Il temibile mese di gennaio è passato senza troppi patemi per il Napoli. Al di là della sconfitta in Coppa Italia contro la Fiorentina, gli uomini di Spalletti hanno collezionato tre vittorie e l'ottimo pareggio di Torino dall'inizio del nuovo anno. La Coppa d'Africa e l'emergenza Covid hanno pesato meno del previsto sui risultati azzurri e la situazione in classifica è nettamente migliorata. Oltre ad aumentare il proprio vantaggio sulla Juve in ottica quarto posto, Mertens e compagni hanno recuperato punti anche a chi era davanti. Anche se la zona Champions resta l'obiettivo dichiarato da parte dell'ambiente, il sogno non dichiarato non sembra del tutto svanito.

Fantasmi di un Napoli passato

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Il mese di dicembre aveva riportato nella mente dei tifosi i fantasmi di appena un anno fa. Un Napoli partito in modo straordinario, temuto da tutti e in grado di battere tutti, che improvvisamente si smarrisce e dice addio alla vetta scavandosi la "fossa da solo". Osimhen che torna a infortunarsi e rischia di stare fuori per altri tre mesi. Mertens richiamato a guidare l'attacco azzurro, gli infortuni capitati ad altre pedine fondamentali come Koulibaly e Fabian. Dopo le otte vittorie consecutive di inizio campionato il Napoli comincia a fermarsi: prima il pareggio a reti bianche con la Roma, poi il sfortunato ko con l'Inter del 21 novembre.

Da quella sera in poi cambia il campionato degli azzurri. Dopo l'ebbrezza della goleada sulla Lazio nella notte in onore di Diego, gli uomini di Spalletti subiscono tre batoste consecutive in casa. Se il ko con l'Atalanta poteva starci, incredibili appaiono gli 1-0 inferti da Empoli e Spezia, che vincono grazie a flipper e ad un autogol. Il Napoli abbandona la vetta e scivola addirittura al quarto posto dietro le milanesi e l'Atalanta. Ma il colpo di San Siro firmato Elmas ai danni del Diavolo dimostra che c'è ancora vita dalle parti di Castel Volturno in barba a nervosismo e malumori.

Il merito è di colui che siede in panchina. Dall'alto dei suoi sessantadue anni e della sua esperienza straordinaria Luciano Spalletti riesce a trasmettere ai giocatori e non solo calma e fiducia. Le vacanze di Natale riservano al tecnico toscano nient'altro che brutte notizie. Se da una parte le partenze di Koulibaly, Anguissa e Ounas per la Coppa d'Africa erano già preventivate da tempo, l'impressionante numero di contagi da Coronavirus arriva come un fulmine a ciel sereno. Insigne, Fabian Ruiz, Lozano, Meret, Malcuit, Mario Rui, Osimhen: sembra di leggere un bollettino di guerra. Il primo impegno, lo scontro diretto con la Juventus affamata di quarto posto, assume i tratti di una montagna da scalare per gli azzurri. Ma il proprio allenatore sa bene che lavorare rappresenta l'unica soluzione e continua per la sua strada.

La voglia matta di Spalletti

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Senza fasciarsi la testa. Il 5 gennaio il Napoli raggiunge Torino con tanti giovani della Primavera e dubbi sullo svolgimento della gara. Fino a poche ore prima rischia di perdere Rrahmani, Lobotka e Zielinski, poi tutto si risolve e per poco lo Stadium non viene espugnato. Da quell'1-1 fatto più di rimpianti che sospiri di sollievo, Spalletti riparte con una squadra decimata negli interpreti ma col morale risollevato.

Le tre gare che seguono in campionato vedono il ritorno graduale dei pezzi pregiati e con loro altrettanti successi. Fabian, Lozano, Insigne e Osimhen: il nigeriano ha rinunciato alla Coppa d'Africa dopo aver contratto ancora il Covid e rivuole il Napoli. Rinuncia alla competizione cui teneva tanto per rientrare prima a disposizione di Spalletti. Il suo recupero procede bene, a Bologna riassaggia il campo per venti minuti, contro la Salernitana anche qualcosa in più. Si arrabbia, anche con i compagni, perché ha un pensiero fisso in testa: fare gol.

Spalletti cova dentro di se una voglia matta. Desidera invertire il trend che in passato ad anno nuovo gli ha inferto molti bocconi amari. I suoi calciatori lo ascoltano, ottengono ciò che lui chiede in termini di risultati. I nove punti contro Samp, Bologna e Salernitana arrivano anche se manca quella cattiveria in più che non è riuscito ancora a instillare negli animi dei ragazzi. Ma per il momento va bene così, anche perché l'organico ha recuperato quasi tutti i pezzi e la classifica si è fatta interessante.

Il pareggio tra Milan e Juventus ha permesso in un sol colpo ai partenopei di guadagnare quattro punti sulle rivali. Due sul quinto posto dei bianconeri che adesso inseguono a -7, e due sugli uomini di Pioli, che vengono così raggiunti alla seconda posizione in graduatoria. I punti del Napoli sono infatti adesso 49, sei in più dell'Atalanta, incappata nei pareggi con Inter e Lazio ma che attende l'esito del rinvio del match col Torino. E per finire proprio il gap dalla capolista, l'Inter. I campioni d'Italia hanno quattro lunghezze in più degli azzurri ma dovranno recuperare la gara in casa del Bologna. Tuttavia subito dopo la sosta gli uomini di Inzaghi affronteranno sulla carta gli impegni più duri di tutto il campionato. Nel giro di una settimana ci saranno il Derby e la trasferta al Maradona.

Sette fatiche per conoscere la sostanza della propria forza

napoli osimhen

L'insolita pausa di fine gennaio dovuta alle qualificazioni per i Mondiali è giunta forse in un momento sbagliato per il Napoli. Gli uomini di Spalletti hanno ritrovato recentemente un ritmo che fa ben sperare per il tour de force in programma fino al 21 marzo. Prima del break di inizio primavera, i partenopei compiranno un percorso di sette gare cariche di insidie al quale va aggiunto lo scontro con il Barcellona in Europa e gli eventuali turni successivi. Quaranta giorni chiave che potrebbero scrivere già sentenze decisive per la stagione in corso.

Si ricomincia domenica 6 febbraio alle ore 15 con la trasferta di Venezia in un orario che sta portando bene al Napoli in questa annata. Sei giorni dopo la prima delle due sfide fondamentali per capire se il sogno non dichiarato dello Scudetto ha ancora margini di veridicità. Sabato 12 al Maradona l'Inter ritornerà laddove l'anno scorso interruppe la sua serie storica di undici vittorie di fila (pareggio per 1-1). Fischio d'inizio alle ore 18 per un match che potrebbe anche decretare un momentaneo sorpasso in testa della banda Spalletti in caso di ko dei nerazzurri nel derby. In mezzo al doppio scontro con il Barcellona (17-24 febbraio), gli azzurri faranno visita al Cagliari lunedì 21 febbraio alle ore 19 su un campo tradizionalmente difficile. La Lega di Serie A ha ufficializzato per il momento gli orari delle gare sino a questo turno, il ventiseiesimo.

Il febbraio del Napoli si concluderà con una trasferta complicata e nostalgica: all'Olimpico nel weekend del 27 sarà di scena la sfida con la Lazio di Maurizio Sarri. E sette giorni un'altra attesissima partita: al Maradona Osimhen e soci riceveranno un Milan deciso a vendicare la sconfitta dell'andata. Nel fine settimana del 13 marzo gli azzurri chiuderanno il trittico in casa dell'Hellas Verona per cercare di battere finalmente una bestia nera del recente passato. Nel caso in cui gli uomini di Spalletti avranno superato il Barcellona, la gara arriverà tra i due capitoli degli ottavi di finale di Europa League (10-17 marzo). L'ultimo appuntamento prima della pausa che ci dirà se l'Italia prenderà parte ai Mondiali, sarà di scena contro l'Udinese a Fuorigrotta nel weekend del 20 marzo.

I prossimi due mesi avranno dunque un peso specifico forse unico per il presente e il futuro del Napolispallettiano. Il faccia a faccia con l'Inter fugherà intanto già un bel po' di dubbi sulla possibilità di giocarsi un traguardo inimmaginabile pochi mesi fa. Qualunque sarà il risultato del big match del 12 febbraio, gli azzurri dovranno dare il massimo nelle gare che troveranno dietro l'angolo. Con i ritorni di Koulibaly e Anguissa l'organico potrà però tornare del tutto al completo esattamente come a fine agosto. Quando Luciano Spalletti aveva marchiato nel DNA dei suoi ragazzi un marchio inconfondibile: il successo.

A cura di Enrico Esposito 

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