Il più grande simbolo di questo Scudetto è il momento della Coppa con 6-7 bandiere diverse sulle spalle dei calciatori. Uno Scudetto è un premio di squadra ma anche di individui, mescolati da tante zone del mondo perché il Napoli ha deciso finalmente di essere melting pot. Di non ascoltare l'italiana contestazione al calcio-senza-italiani (come se si dovesse per forza inserire patriotticamente calciatori della Patria pure se sono scarsi ndr) e di guardare all'Est e al Sud, luoghi impervi per il razzismo imperante nella mente italiota. E poi - solo dopo - tutti dicono che in realtà erano ad un passo da Kvara e Osimhen. Il Napoli ha fatto un passo ben più grosso, o la realtà è che gli altri guardavano Lukaku e Pogba, o Divock Origi? Questo è il merito dell'imprenditore-uomo De Laurentiis che vive gli USA e gira il mondo, conosce l'importanza del tutto, non della ristrettezza d'Italia. Allo stesso modo, sul campo il Napoli si è mostrato mondiale col suo calcio incredibile, fatto - anche ieri - di scambi posizionali, di incursioni di tutti verso tutte le zone del campo. Kvaratskhelia avrà toccato 200 palloni. Lobotka è un visionario degli spazi. Rrahmani punta aggiunta è l'ultima ciliegina. È un calcio totale, sono i 90 punti dell'orgoglio. Un punto in meno rispetto a Sarri, quasi come per voler tenere in una teca anche quella stagione lì, fatta di campioni veri che - allora - di forze ne avevano eccome. Non come l'anno scorso (dove sono i festeggiamenti, anche sui social, di Koulibaly e Mertens? E di Fabian? Tutto tace ndr).
E allora si va al traguardo con Osimhen e Kvara e Kim che ancora non sanno una parola di italiano. Che sono venuti a Napoli per giocare e poi per lasciarsi sorprendere, un po' come noi che cerchiamo di fare di uno sport una piccola poesia da taschino. Non abbiamo le fonti. Non sfasciamo anzitempo. Non creiamo rapporti. Raccontiamo evidenze o proviamo a dare letture. È Scudetto anche per noi che abbiamo sopportato altri dire cose che ora farebbe troppo comodo ripetere. La realtà è che neanche ci interessa. Che tutti partecipino alla festa, tanto gli altri parleranno comunque. Prendiamo un bel respiro e un po' di riposo. L'anno prossimo ci divertiremo ugualmente.
Grazie, con affetto
A cura di Mattia Fele
RIPRODUZIONE RISERVATA
© RIPRODUZIONE RISERVATA