Tornando alla partita, vedere i campioni d'Italia schierarsi con Cajuste e Gaetano a centrocampo, vedere subentrare Zerbin e Demme nella ripresa, non è molto incoraggiante. Ma anche se ci fossero stati Osimhen, Anguissa e Zielinski non sarebbe cambiato nulla, visto lo stato confusionale nel quale versa la squadra. Avremmo avuto tre ulteriori fantasmi. Più di grido, ma sempre fantasmi. Non c'è molto da dire. La Salernitana è ultima in classifica, con 2 vittorie in 20 partite, e ha la peggior difesa del campionato, con 39 reti subite. Fatichiamo tantissimo. Al Maradona e con il sostegno di un pubblico ammirevole. La situazione è maledettamente seria. Non c'è per niente grinta, e non sembriamo affatto motivati. Sul rigore per fallo su Simeone (ovviamente non visto dall'arbitro) tutti gli azzurri rientrano verso la propria metà campo senza accennare una minima protesta. Il rigore ce lo danno lo stesso. Nel secondo tempo l'andazzo sembra non cambiare granché. Attacchiamo noi e loro si difendono, certo. Ma nell'anniversario del 5-1 alla Juve, questo "derby" sembrava andare mestamente in archivio con l'ennesimo risultato deludente. Poi un'occasione di Kvara nel finale dà una scarica elettrica ai tifosi e probabilmente anche ai giocatori. E Rrahmani, all'ultimo minuto, la mette dentro. Si festeggia con l'enfasi detta prima, che ci lascia immaginare che i limiti siano involontari e che ci sia un fuoco che cova, che cerca la strada giusta.
Ce la godiamo per il valore che ha. I tre punti, un umore parzialmente ritrovato in vista della Supercoppa, e una domenica napoletana con il ragù senza "tuosseco". Questo è. E, con i tempi che corrono, va bene così.
A cura di Maurizio Zaccone
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Acquista il nuovo libro di Maurizio Zaccone "Ricomincio da te" su Amazon
Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Napoli senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Calcio Napoli 1926 per scoprire tutte le news di giornata sugli azzurri in campionato e in Europa.
© RIPRODUZIONE RISERVATA