Anche Pioli vive un momento di atroce difficoltà e non ne comprende il perché. Nonostante il mercato (avallato, elogiato, encomiato da tutta Italia e non solo) ha adesso a disposizione una squadra un po' in crisi come l'anno scorso. Quando perse 3-0 a Londra contro il Chelsea(gara similissima a quella di Parigi dell'altra sera ndr), o anche quando prese 9 gol da Lazio e Sassuolo in pochi giorni. Il Milan ogni tanto perde le sue certezze e lascia dietro il suo essere squadra equilibrata e granitica, forse proprio perché i calciatori schierati in campo per lo più sono ottimi individualisti. Theo e Leao chiaramente su tutti. Garcia dovrà letteralmente utilizzare il Milan come prova per sé stesso, anche per mettersi alla prova con la categoria degli identitari, comprendere se ancora ne fa parte o se è uno stratega da partita che poi lascia libera interpretazione al calciatore in campo. Chi scrive ancora non ha chiaro dove si posizioni il francese. Dapprima sembra volere un possesso fitto, poi mostra arguzia nelle sostituzioni con Ostigard come mediano, poi dimostra il contrario - mancanza di coraggio - quando toglie Osimhen in Napoli-Fiorentina con altri 10' di calcio abbondanti da giocare. È un uomo forse confuso e che confonde, che però ha vinto le ultime due gare che invece il Milan ha perso. Segni opposti come sono diversi (molto) Spalletti e Garcia, e chissà se proprio queste differenze così profonde non possano portare l'ex Lille lì dove Lucianone non riuscì mai con questa rosa, che invece batté tutti gli altri (cosa che ovviamente si fa preferire, neanche a dirlo ndr).
Di Mattia Fele
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