8 punti su 12. Questo il bilancio dell'anomalo agosto del Napoli di Spalletti, impegnato nella quarta gara del mese più strano e complesso degli ultimi anni tra acquisti, cessioni e confusione tecnica (ovvero tre uomini inseriti all'improvviso dopo i due ritiri estivi, di cui Fabian - venduto ieri - era stato tra l'altro protagonista ndr). Il Lecce di Baroni ha disputato una partita seria e compatta, ma come avevamo detto per Firenze, è ancora il Napoli ad essere sceso sul rettangolo un po' sotto ritmo rispetto alle prime due uscite vellutate. Al Maradona finisce 1-1.
editoriali
Due pareggi e due vittorie completano uno dei mesi più assurdi della storia del Napoli
La maschera poi diventa il volto
Nel primo tempo Spalletti ha scelto di provare a mettere a proprio agio i nuovi acquisti. Ostigard, Olivera, Raspadori e Ndombele dentro al campo dal 1' tutti insieme per accelerare un affiatamento inesistente al momento (ecco qual è il vantaggio di chiudere il mercato prima che inizi la stagione). Non a caso, il tecnico a DAZN nel post-gara ha spiegato di aver inserito nel secondo tempo "i giocatori che tra loro si conoscono, che sono più squadra" proprio per sopperire ad una prima frazione inconcludente, con poca qualità di palleggio. Raspadori nel 4-2-3-1 avrebbe dovuto avere una parte dei compiti di Lobotka in fase di sviluppo, ovvero di smistare venendo a raccordo anche molto in basso. Poche le linee di passaggio disponibili create, al di là di qualche bello strappo di Ndombele di cui però si ricorda più facilmente l'errore sul rigore e la poca reattività sul sinistro bellissimo di Colombo. Non è stato il Napoli a cui siamo abituati, con forza offensiva devastante negli spazi e qualità di palleggio. In questo aspetto, a meno che non si tenga sempre in campo un certo 4-3-3 e che Ndombele non riacquisti a breve condizione e brillantezza, si farà sentire tremendamente l'assenza di Fabian.
Sono tre ormai le annate viziate da "irregolarità" asfissianti per i calciatori, ad iniziare col Covid e il campionato ripreso a giugno-luglio 2020, passando per gli Europei dell'anno scorso e finendo con i Mondiali che spezzeranno la stagione in due. Giusto per non citare il mercato aperto fino al primo giorno di settembre e soprattutto 4 giornate di campionato ad agosto, con un caldo torrido e giocatori ancora non pronti a mettere tutti insieme questi minuti nelle gambe. Un calendario così sta diventando quasi la normalità, la maschera che diventa il volto. Non a caso nessuna squadra è a punteggio pieno e in testa c'è la Roma, che ha giocato finora contro Salernitana, Cremonese e Monza oltre ad aver pareggiato non si sa come contro la Juventus. Milan e Inter sembrano indietro con buoni sprazzi, il Napoli è la squadra che invece ha bisogno di rodarsi di più e di trovare un posto nel mondo a questi tanti acquisti arrivati tutto d'un fiato. Ancora una volta - come se non bastasse la lezione del Milan - si rende palese quanto nel calcio conti contestualizzare i calciatori in un tutto e non l'individualità. Con il tempo però Spalletti avrà un esercito bello variegato e forte. Ma tanto.
Il Lecce non ha sfigurato ma ha avuto tutto tranne che il coraggio di cui ha parlato il suo allenatore: nel secondo tempo il baricentro si aggirava intorno ai 40 metri, schiacciato totalmente dal palleggio del Napoli. Benissimo Ostigard, bene anche Olivera e sontuoso Kim in alcune letture. Sempre più padrone del gioco. Ndombele ha fatto vedere buone cose ma come corpo unico, senza interazione. Anguissa è superiore ma si rischia di spremerlo fino al midollo, così come Lobotka che in assenza di Demme e Ruiz pare imprescindibile e forse lo è. Osimhen, invece, ha lottato contro i mulini a vento per tutto il match scattando in profondità senza raccordare mai, senza far salire la squadra mai, lamentandosi troppo degli errori degli altri. Questo calciatore è di un'efficacia straordinaria ma deve crescere in attitudine e letture di alcune gare. Non ha le caratteristiche per giocare dentro al campo ma dovrebbe restare più connesso con gli altri 9 giocatori di movimento, invece si schiaccia sulla linea di quelli con la maglia diversa e inizia ad affogare nelle sbracciate. Questo l'unico rimprovero possibile ad un calciatore del Napoli sulla gara col Lecce alla 4a giornata. Il resto è tutto piuttosto già visto anzi, di solito certi pareggi bloccati li vedevamo più in là. Che si possa imparare un po' prima dagli errori, stavolta?
Di certo, Spalletti riproporrà i tanti cambi anche la prossima volta se ce ne sarà occasione. Si gioca sabato contro la Lazio e poi col Liverpool, con Spezia, Rangers e Milan prima della pausa del 18 settembre. Sono 5 partite in meno di 20 giorni. Una follia tutta inclusa in un calcio totalmente ammalato, per cui è ovvio che serva al più presto condire con olio gli ingranaggi per permettere l'utilizzo anche di calciatori differenti dai soliti 11, proprio perché il mercato che finalmente tramonta serve a questo. Ampliare le rose perché non si può combattere il capitalismo calcistico delle 55 partite all'anno per squadra. E così ci si divide in fortissimi e poverissimi. Si rendono inutili anche i commenti post-partita, perché ogni 60-70 ore ci si ritrova a dover dire qualcosa che potrebbe addirittura risultare opposto a quanto detto in precedenza. Vale tutto e niente in questo mondo iper-comunicativo. Stanti le difficoltà del Napoli e i suoi limiti, di cui già sappiamo più o meno tutto. Lasciamoci sorprendere. Lo ripeto.
Di Mattia Fele
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