Amarcord

Quando il Lecce di Conte fece tremare il Napoli, ma fu decisivo il tacco di Maradona

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Era l'undicesima giornata del campionato di Serie A 1989/90, gli azzurri affrontavano i coriacei salentini
Domenico D'Ausilio
Domenico D'Ausilio Vice caporedattore 

Sabato alle 15.00 al Maradona il Napoli ospita il Lecce, gara valida per la nona giornata del campionato di Serie A. Gli azzurri sono in testa con due punti di vantaggio sull'Inter e tre sulla Juve e può approfittare dello scontro diretto fra le due compagini per provare ad aumentare il distacco in classifica. I salentini hanno vinto solo due volte a Napoli nella loro storia: nel 1998 e nel 2020, vengono da tre risultati utili di fila a Fuorigrotta. Infatti, non perdono addirittura da 13 anni: dal 4-2 del maggio 2011. Paradossalmente, invece, gli azzurri hanno vinto tutte le ultime quattro trasferte al Via del Mare. Memorabili le sfide del 2010 (gol di Cavani allo scadere che fece esplodere il San Paolo) e quella del 5 novembre 1989 che fece capire all'Italia intera che il Napoli avrebbe potuto fare il bis scudetto, che avvenne il 29 aprile 1990. Per ironia della sorte, uno dei protagonisti di quella sfida fu proprio l'attuale tecnico azzurro Antonio Conte, che militava nel Lecce e che segnò il suo primo gol in Serie A quel pomeriggio.

Amarcord Napoli-Lecce, quando Conte fece tremare gli azzurri

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Era l'undicesima giornata del campionato di Serie A 1989/90. Gli azzurri affrontavano il coriaceo Lecce di Mazzone. Tra le fila dei salentini figuravano calciatori di spessore come Virdis (implacabile al San Paolo, sempre in gol), Conte, il Campione del Mondo 1986 Pasculli, gli ex Marino e Carannante e il futuro azzurro Moriero. Gli uomini di Bigon erano in piena emergenza - a causa delle assenze di Renica. Francini, Alemao e Careca - e passarono subito in svantaggio dopo 5 minuti con il consueto gol al San Paolo di Virdis che con un diagonale preciso superò Giuliani in uscita. Al 21° però Maradona si procurò un calcio di punizione e fu abile a batterlo in fretta, beffando i difensori del Lecce. Il centrocampista Fusi, entrato in area, sfruttò l'assist del Pibe de Oro per infilare Terraneo. Gli azzurri ribaltarono il risultato al 33°: Maradona ispirò l'azione che fu finalizzata da Carnevale a porta vuota, dopo un rimpallo fra Terraneo e il napoletano Bigliardi. Sembrava tutto in discesa per gli azzurri, ma ad inizio ripresa Conte pareggiò con un tocco ravvicinato su assist di Pasculli. Il Napoli nell'ultima parte di gara si riversò così in attacco e all'ultimo minuto Maradona incantò il San Paolo con una delle sue magie: un colpo di tacco che smarcò Carnevale davanti a Terraneo e che infilò il pallone in fondo al sacco con freddezza per la sua personale doppietta, facendo esplodere lo stadio. Ci furono molto proteste e polemiche per una presunta posizione di fuorigioco di Carnevale al momento del tacco di Maradona, ma l'arbitro Cornieti di Forlì convalidò il gol che permise al Napoli di mantenere due punti di vantaggio sull'Inter che vinse a Verona e aumentare a 4 i punti di vantaggio sulla Juve sconfitta a San Siro dal Milan che restò a -6 dagli azzurri, ma i rossoneri si rivelarono in seguito la vera anti-Napoli, contendendo lo scudetto agli azzurri fino alla fine. Il Lecce alla fine riuscì a salvarsi grazie al quintultimo posto in classifica con un punto di vantaggio sull'Udinese, ultima delle retrocesse in Serie B.


A cura di Domenico D'Ausilio

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