editoriali

A Napoli è tornato il Re! (Forse è il terzo in 124 anni)

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In città è arrivato l'erede al trono di Francesco II delle Due Sicilie: il popolo si è inchinato davanti al suo sovrano
Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 

E dopo quello 0-1 immeritato dei primi 45 minuti chi l’avrebbe mai detto. Eppure, questo Napoli è passato come un rullo compressore sulla Juve nel secondo tempo ribaltando totalmente la gara. Una rimonta figlia del ritmo e della grinta della squadra che è in costante crescita anche dal punto di vista del gioco. Un successo che consolida il primato in classifica e che affonda le sue radici nel lavoro costante iniziato in ritiro da Antonio Conte che si è preso la corona di Re di Napoli.

Napoli-Juve, Conte è il nuovo Re! E i calciatori sono i suoi soldati

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Un re a Napoli dal 13 febbraio 1861 quando Francesco II delle Due Sicilie, venne deposto dopo l’annessione al Regno d’Italia. Un altro re per Napoli ci è passato: è ovviamente Diego Armando Maradona. Ma questa è ovviamente una storia a parte. Poi ci ha provato Luciano Spalletti che ha riportato in città uno storico tricolore: va annoverato nella dinastia anche se ha scelto di abdicare. Ora l’ascesa al trono è spalancata per Antonio Conte che è stato incoronato definitivamente dopo questa vittoria. Lo scettro è meritato: il Napoli ha preso gol nel momento peggiore in cui non si potesse prendere, ma nella ripresa è arrivata la reazione che ha avvalorato ancor di più il successo sulla Juve. Negli spogliatoi, come un vero sovrano, ha toccato le corde giuste con un discorso al popolo (la squadra ndr). Tre punti che arrivano dopo un arbitraggio scandaloso nel primo tempo che è continuato per larghi tratti al Maradona. Neanche l’usurpatore Chiffi è riuscito a destituire il re: le sue truppe a cavallo erano inarrestabili.


E il gesto fatto da un soldato durante la partita ha fatto capire che il re ha la situazione salda tra le mani: Simeone che da terra al 90’ mette la testa per arrivare sulla palla è il simbolo di questo Napoli. La forza della squadra è in un centrocampo mostruoso: Lobotka dirige l’orchestra e recupera palloni, McTominay è ovunque ed è una costante spina nel fianco con i suoi inserimenti, Anguissa è ormai un goleador ed ha sicuramente bevuto il Latte+ (la famosa bevanda di Arancia Meccanica ndr). La difesa è un muro e anche senza il suo leader Buongiorno, è insuperabile. Come con l’Atalanta il gol subito è arrivato su un rimpallo fortuito: solo così possono segnare gli avversari! Passiamo poi all’attacco con le due frecce, Neres e Politano, che non si stancano mai: avanti e indietro per il campo, pungono e difendono facendo impazzire i loro marcatori. La ciliegina sulla torta è Romelu Lukaku: gol a San Siro col Milan, gol casalingo con la Roma, ancora a segno sul campo di Fiorentina e Atalanta, e poi un rigore che pesava come un macigno che ha steso la Juve al Maradona. E che dobbiamo dire? Ha esultato zittendo critici e tifosi bianconeri.

Poche parole per descrivere la situazione attuale in casa Napoli: un meccanismo perfetto con una struttura verticale che resiste anche ai venti del mercato. Via Kvara ma la mancanza non si è mai sentita. Si temporeggia, giustamente, per trovare il sostituto: va fatta un’analisi approfondita per trovare un uomo da inserire in questi ingranaggi che non vanno toccati. Certo, chi sta in panchina è qualitativamente inferiore ai titolari, ma quando gioca dà tutto per i compagni e per la maglia. Tecnicamente la squadra può migliorare nei singoli, ma come gruppo il miracolo è già stato fatto: il re Conte ha alzato lo scettro e il popolo si è inchinato. Ora non resta che aspettare: la campagna d’Italia è lunga e solo alle porte dell’estate sapremo se la guerra verrà vinta oppure no.

A cura di Giovanni Frezzetti

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