Lungi da chi scrive voler inneggiare in qualche modo al calcio di Allegri, che anzi con il suo calcio al servizio della squadra più titolata d'Italia allontana sempre di più la crescita del nostro campionato. Nessuno pagherebbe una lira e mezza per Juve-Inter. Forse per Napoli-Inter sì. Detto questo, è chiaro che ai tifosi e ai giocatori frega poco di creare appeal internazionale: conta vincere le partite. Figurare bene per risultare bene. Il Napoli ieri - e non solo ieri - al Maradona è sembrato più interessarsi alla forma che al contenuto. Il Napoli non è una squadra con le distanze giuste per correre all'indietro e lo ha dovuto fare per tutta la partita. Non ha giocatori aggressivi in marcatura in area ma commette degli errori clamorosi per il livello di questi ultimi. Rrahmani - che aveva già sbagliato grandemente contro il Milan - non può lasciare Thuram entrare in porta come se fosse sua. Come se avesse già visto il 3-0. Il Napoli non può più avere solo il pallone: questa è la realtà. Deve concederlo un po' agli altri per imparare a tenersi stretto, a compattarsi. Ahinoi. Il 4-3-3 non deve essere un'ossessione così come non deve esserlo la ricerca delle giocate dell'anno passato. Se non riescono, pazienza. Le orecchie dei calciatori non possono fumare sol perché non si trovano le giuste misure offensive e di possesso della partita.
Così, per la stragrande voglia di vivere le gare sul velluto comodo del dominio, il Napoli ha perso - quasi sempre in contropiede - 4 partite in casa. Contro Empoli, Fiorentina, Lazio, Inter. E sono queste le 4 sconfitte del campionato finora. Sono tante. In trasferta invece il ruolino dice tutt'altro, perché lì il Napoli non sente il bisogno di doversi esibire. Di doversi battere il petto. E non è una questione mentale, attenzione: è puramente tattica. Si ragioni allora sul fatto che questa squadra in qualche modo debba trovare un nuovo funzionamento, senza per forza intestardirsi su quello che fu. Mazzarri lo capisca in fretta, nonostante i dettami di De Laurentiis. Ci si gioca l'ingresso alla Super Champions, ai Mondiali per Club, Coppa Italia e Supercoppa, un buon cammino in questa Champions League dagli Ottavi (proibitivi quasi certamente ma affascinanti ndr). Non si faccia che una così grande bellezza sia direttamente proporzionale a una così grande autodistruzione.
A cura di Mattia Fele
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