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editoriali

A Granada il “patto di sangue” del nuovo Napoli: la rivincita di Rino inizia dall’amore per i suoi ragazzi

(Photo by Valerio Pennicino/Getty Images)

Nel momento più buio della stagione il Napoli risorge come l'araba fenice

Giovanni Ibello

Lo scorso 22 marzo, quando la zona Champions era ancora un miraggio, sulle nostre pagine (i puristi ci perdoneranno) si faceva un po' di ironia. "Ora tutti sul carro di Gattuso! Se potesse Rino vi direbbe: “Scenniteme ‘a cuollo!", questo il titolo dell'articolo (clicca qui se vuoi rileggerlo). A distanza di un mese il quesito posto nel pezzo si ripropone con maggiore forza. Com'è noto il Napoli è in silenzio stampa, e quindi sorge spontanea la domanda: cosa direbbe il tecnico se fosse autorizzato a esternare le sue impressioni?

Da quando ha recuperato gli effettivi il Napoli di Gattuso è in media scudetto

 Gennaro Gattuso (Photo by Emilio Andreoli/Getty Images)

Secondo il parere di chi scrive, Gattuso - che a Napoli ha regalato anche un trofeo - merita solo gratitudine, quale che sia l'esito di questo campionato (la zona Champions è ancora tutta da consolidare). I motivi? Sono molteplici. Tanto per cominciare il Napoli ha disputato la fase saliente della stagione senza la difesa titolare. A prescindere dal valore dei comprimari (Rrahmani si sta esprimendo ad alti livelli) i numeri hanno certificato, senza tema di smentita, che Koulibaly-Manolas è una coppia in grado di dare ampie garanzie a tutto il reparto arretrato.  Se il greco è soggetto a frequenti infortuni di natura muscolare, Kalidou è stato "appiedato" dal Covid proprio quando il Napoli aveva più bisogno di lui. Per quel che concerne il reparto avanzato invece è inutile rimarcare l'ovvio, anche perché adesso con un Napoli rilanciato in classifica, sono in tanti a cospargersi il capo di cenere.

Osimhen sugli scudi: un ogni 96 minuti: pacco a chi?

 getty

Osimhen e Mertens sono i due giocatori su cui si è fondato il progetto tecnico di Rino Gattuso. Mertens avrebbe dovuto disinnescare la difesa avversaria giocando tra le linee, con il nigeriano pronto ad aggredire gli spazi per essere lanciato in profondità. Parliamo di due profili imprescindibili. Come si sarebbe comportato il Napoli di Mazzarri senza Cavani o, meglio... come se la cava la Juventus se manca Cristiano Ronaldo? I numeri parlano chiaro. Con le dovute proporzioni il discorso è analogo.

Petagna va elogiato, non solo per il contributo offerto alla causa, ma anche perché, come si suol dire, ha tirato la carretta nei momenti di grande buio. Certo, se il club azzurro spende una cifra astronomica per accaparrarsi Osimhen un motivo ci deve pur essere. A chi ha la memoria corta vogliamo ricordare che il Napoli è riuscito a strappare il nigeriano a una folta concorrenza di top club, Tottenham Hotspur su tutti.

Piccola nota a margine sull'ex Lilla: da quando è tornato a disposizione ha segnato un gol ogni 96 minuti. Mica male?

Osimhen è quel giocatore che consente al collettivo di sviluppare il gioco in verticale esaltando le caratteristiche dei singoli tenori (Insigne e Zielinski su tutti). In altre parole, se l'impianto tattico voluto da Gattuso si basa su questo principio offensivo, è ovvio che con la rosa dimezzata è difficile progettare un calcio identitario, un calcio che sia, in qualche misura, riconoscibile.

Da Napoli Benevento in poi la rinascita degli azzurri

Ed ecco perché, secondo il parere di scrive, le critiche sono state veramente ingenerose. L'acme del crollo invernale? Senza dubbio la trasferta di Granada. Gattuso, incurante degli strali della critica, chiama a raccolta sei primavera e si presenta al Los Carmenes con soli 12 giocatori di movimento. Fatti, non opinioni.  Ma quello che sembrava uno tsunami sulla stagione del Napoli portava con se il germe della rinascita. La rivincita di Rino inizia proprio dall'amore che il tecnico nutre per i suoi ragazzi (sentimento, ci pare di capire, del tutto ricambiato). Ed è lì che il Napoli fa quadrato intorno al suo allenatore. Da quando ha recuperato i suoi effettivi, la squadra viaggia a ritmi siderali. Nelle ultime 11 infatti - da Napoli Benevento in poi - i partenopei hanno portato a casa 8 vittorie, due pareggi e una sconfitta  per una media punti di 2.3 a gara. Anche in questo caso parliamo di fatti. Pertanto, la speranza è che questo sodalizio possa resistere anche per il futuro. La sinfonia azzurra è appena iniziata; citando un capolavoro di Barry White: let the music play.

Articolo a cura di Giovanni Ibello

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