Neanche si vuol dare troppo peso a una sconfitta che in sé e per sé può rappresentare un unicum (e lo è storicamente, il Napoli dal 1958 non prendeva in Coppa Italia 4 gol) stagionale, oltre al fatto che sono 3 stagioni che questa squadra esce agli Ottavi. L'anno scorso persino con la Cremonese, poi retrocessa. Ciò nonostante non si può non inquadrare la partita in un discorso più ampio, che abbracci gli errori massivi compiuti da inizio anno e quelli che si stanno continuando a compiere. È un bagno di umiltà che gli ottimisti direbbero possa servire a dei calciatori che hanno totalmente perso la propria dimensione, la cognizione del proprio valore tecnico. Sono buoni calciatori che hanno bisogno di un contesto.
Rode dover dar ragione a Cassano, che in tempi non sospetti enunciò una delle sue frasi totalmente a caso. Il Napoli farà fatica ad arrivare nelle prime 4. Lo disse per amore per Spalletti, perché De Laurentiis gli sta sullo stomaco, perché è Cassano. Eppure ad oggi sembra quasi assurda l'idea di un Napoli che porti a casa più di 73-75 punti in campionato, dato che ora ha Roma e Monza nel giro di 10 giorni. E il Monza gioca in un modo pericolosissimo per questa squadra. Che non è più una squadra - repetita iuvant - ed è meglio che qualcuno ai piani alti faccia una riflessione importante. Il Napoli non sta bene in campo, non pressa, non palleggia, non ha idee, non corre all'indietro. I giocatori non sanno cosa fare col pallone e senza da ormai mesi. Il Napoli oggi deve ripartire dalle cose semplici, dalle posizioni in campo, dalla mentalità degli uomini che lo compongono. Che oggi (si crede) hanno capito che in ogni partita devono esprimere la versione migliore di se stessi e che addirittura potrebbe non bastare. Gennaio intanto è alle porte e come dice Mazzarri servirà cambiare. Le facce da Scudetto non si sentono più eroiche, non hanno più cognizione dei propri limiti, quasi si annoiano a lottare per il quarto posto (che al Napoli serve come il pane). Giocatori già scontenti l'anno scorso, poi risucchiati dalla gioia dello Scudetto, vadano pure a giocare altrove in cambio di altri, nuovi uomini motivati. Com'erano l'anno scorso Kvara e Kim. Sarà la seconda rivoluzione in due anni e bisogna anticiparla al mese prossimo. Senza Giuntoli, giudicato come solo un direttore sportivo qualunque, non sarà così semplice.
Di Mattia Fele
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