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editoriali
La Fiorentina pressa, gioca e produce per vie centrali: occhio a Bonaventura e a Nico Gonzalez
Dopo lo scossone dato dalle due sfide contro Lecce e Udinese e dalla sconfitta con il Madrid, il Napoli attende la Fiorentina di Italiano - a lungo corteggiato da ADL prima di arrivare a Garcia - nel suo tempio. I viola vengono da un pareggio rimediato negli ultimi secondi grazie a Ikoné in Conference League, ma occhio a pensare che si tratti di una squadra stanca. La Fiorentina è infatti virtualmente terza insieme a Napoli e Juventus, a 14 punti dietro Inter e Milan. Sta disputando un ottimo campionato perché finalmente, dopo anni, il gioco di Italiano ha dato voce e vita a qualità tecniche inespresse (ma già molto alte) di una delle squadre storiche della nostra Serie A.
Ciò che si rimproverava da anni alla Fiorentina era la mancanza di un attaccante centrale in grado di fare più di 20 gol. Questo soprattutto dopo l'addio improvviso di Vlahovic, che per più di 70 milioni fuggì via da Firenze a stagione in corso senza riuscire a ripetere quei numeri da capogiro alla seconda stagione in Serie A. Da allora tantissimo gioco prodotto ma non sempre messo in rete da un finalizzatore, nonostante gli ottimi Cabral e Jovic (ora al Milan), che comunque sono buonissimi attaccanti. Dopo la passata stagione, il mister e Commisso si sono seduti al tavolo e hanno pensato di formare una squadra più "giusta" in determinati ruoli per un certo tipo di calcio. In questo senso vanno gli acquisti ponderatissimi di Maxime Lopez e Arthur, ma in un certo senso anche di Parisi e Nzola. Tutti già ben abituati a squadre pressanti e amanti del gioco. Italiano così ha costruito il suo 4-2-3-1 tenendo testa benissimo alla perdita di Amrabat, giocatore rivelazione col suo Marocco dei Mondiali in Qatar e ora allo United. La Fiorentina è prima insieme al Napoli per pressing alto, per gol nei primi 15 minuti e per gol segnati su palla inattiva. Poi è la quarta squadra per possesso palla in Italia dopo Napoli, Monza e Milan. Insomma, un po' come accadde per il Sassuolo, Garcia dovrà cercare di dominare il gioco e tenere ben chiuse le linee contro una squadra che i famosi "tre passaggi per uscire dalla pressione" avversaria li sa fare bene eccome, oltre ad avere esterni molto veloci e a star trovando negli inserimenti dei centrocampisti e in Beltran delle buonissime modalità per andare comunque a segno e spesso. E bene.
Nonostante la centralità di Nico Gonzalez (calciatore da Napoli ndr), Giacomo Bonaventura è e forse resterà uno dei centrocampisti più sottovalutati della storia del calcio italiano. Giocatore completo, tatticamente molto intelligente, sempre presente nel rifinire l'azione, nel costruirla e anche nel ripiegare. Ha qualità e quantità in mezzo al campo, la giusta fantasia e un ottimo inserimento. Insomma, farebbe comodo a qualunque allenatore. Il Napoli lo conosce bene e lui conosce bene il Napoli: contro i partenopei ben 5 reti in Serie A, contro nessun'altra ha mai fatto così bene. Tra l'altro solo gol belli: indimenticabile quella sforbiciata ai primi minuti in un Napoli-Milan. Italiano ha scelto per lui una posizione dietro alle punte (alla Bellingham, per intenderci ndr) che potrebbe dar fastidio al Napoli centralmente, proprio come si è visto nei 20' successivi al vantaggio del Real Madrid in Champions. Italiano li avrà visti e si starà sfregando le mani, avendo in casa un giocatore che ama lo spazio e sa trovare la posizione giusta per dar fastidio.
Di Mattia Fele
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