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editoriali

Idee e società forte: così il Napoli vuole entrare nell’élite europea

Kvaratskhelia napoli rinnovo
Il Milan vende Tonali al Newcastle, l'Inter barcolla per Maignan e la Juve fa lo stesso per Chiesa. De Laurentiis ha le idee chiare: "Solo con offerte irrinunciabili Osimhen andrà via"

Mentre l'Arabia cerca di diventare la nuova Premier League, la Serie A pare sia diventata l'ingrosso più visitato dell'intera Europa. "Vengo, compro e vado via".Vicario e Tonali potrebbero essere solo i primi di una lista infinita che vede i grandi talenti italiani salutare la propria terra per imporsi in un nuovo campionato. Che sia il più bello di tutti è un dato oggettivo. Ad oggi, però, l'Italia è presa costantemente alla gola dall'Europa dei grandi. Il mondo calcistico che vede la cultura dello stivale dall'esterno è pienamente a conoscenza della cifra per portarsi a casa un talento del nostro campionato. "Vuoi Theo? Servono 100 milioni". Medesimo discorso per Chiesa e potrebbe essere fatto anche per quei talenti non italiani, ma militanti in Serie A come Onana o Maignan, così come Skriniar che fugge via verso Parigi. Per entrare ad ammirare le meraviglie del nostro calcio, c'è una grande penale da pagare.

Anche l'ultimo trasferimento, con Sandro Tonali che vestirà la maglia del Newcastle, sottolinea il divario che sussiste tra i due paesi. Divario calcistico, che sia chiaro. L'ex Brescia, che rappresentava il fulcro del centrocampo (e non solo) del Milan, viene venduto in Inghilterra per una cifra pari agli 80 mln di euro. Per l'Italia è uno degli affari più proficui del club rossonero, per il resto del mondo è un grande colpo messo a segno dal club inglese. Per intenderci, pare che il West Ham abbia rifiutato circa 90 milioni per Declan Rice, calciatore avente la medesima posizione in campo (e nello spogliatoio) del centrocampista italiano. E si parla degli Hammers che, nonostante abbiano vinto l'ultima ConferenceLeague, è una squadra che ha terminato al 14º posto l'ultimo campionato.


Il Napoli è pronto ad aprire un ciclo vincente. In Italia ed in Europa

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È una politica a cui il Napoli non vuole partecipare. Perché quando i Campioni d'Italia si siedono a tavola con un top club per trattare il trasferimento di un giocatore è Aurelio De Laurentiis a fare la voce grossa ed a dettare le condizioni. Basti vedere le linee guida del mercato in uscita: Osimhen non si muove per meno di 160 milioni, se vuoi Kim paghi la clausola rescissoria e Kvaratskhelia rinnoverà fino al 2028. L'Italia si piega all'Europa, tranne il Napoli. Le carte di credito dei top club europei potranno anche essere illimitate, ma il POS del club azzurro dichiara di avere una cifra (ed una soltanto) per ogni giocatore. Dal cannibale nigeriano al mago ex Dinamo Batumi: si fa come dice Don Aurelio. È una società matura, forte. Che segue idee e prova a superarsi. L'appetito vien mangiando, e pare proprio che lo Scudetto vinto dopo trentatré anni abbia fatto scattare questo ulteriore step a chi da anni non vinceva nulla di veramente importante. Può salutare Kim, e non per volontà del club azzurro, ma gli altri difficilmente. O arrivano soldi, tanti soldi, o restano tutti. È stato chiarissimo il Patron dei partenopei.

È una mentalità da grandi squadre. Da top club europei, da squadre d'élite. Ed è proprio in questa cerchia che il Napoli vuole entrare: con idee e trionfi, null'altro. Un sostituto degno del coreano, due-tre pedine fondamentali in mezzo al campo ed un esterno alto di destra per sostituire Lozano. Tutto è nelle mani della famiglia De Laurentiis, Rudi Garcìa e di chi lavora dietro le quinte come Micheli o Mantovani. Nel mentre, Partenope sogna con l'aria di chi sa di averla fatta grossa e con il desiderio che questa sensazione possa durare per sempre. Magari chissà: un giorno sei perdente e l'altro torni ad essere dominante (in Italia ed in Europa) come quando la 'diez' era sulle spalle di un ragazzo ricciolino argentino.

A cura di Gennaro Del Vecchio

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