Il Napoli è pronto ad aprire un ciclo vincente. In Italia ed in Europa
—È una politica a cui il Napoli non vuole partecipare. Perché quando i Campioni d'Italia si siedono a tavola con un top club per trattare il trasferimento di un giocatore è Aurelio De Laurentiis a fare la voce grossa ed a dettare le condizioni. Basti vedere le linee guida del mercato in uscita: Osimhen non si muove per meno di 160 milioni, se vuoi Kim paghi la clausola rescissoria e Kvaratskhelia rinnoverà fino al 2028. L'Italia si piega all'Europa, tranne il Napoli. Le carte di credito dei top club europei potranno anche essere illimitate, ma il POS del club azzurro dichiara di avere una cifra (ed una soltanto) per ogni giocatore. Dal cannibale nigeriano al mago ex Dinamo Batumi: si fa come dice Don Aurelio. È una società matura, forte. Che segue idee e prova a superarsi. L'appetito vien mangiando, e pare proprio che lo Scudetto vinto dopo trentatré anni abbia fatto scattare questo ulteriore step a chi da anni non vinceva nulla di veramente importante. Può salutare Kim, e non per volontà del club azzurro, ma gli altri difficilmente. O arrivano soldi, tanti soldi, o restano tutti. È stato chiarissimo il Patron dei partenopei.
È una mentalità da grandi squadre. Da top club europei, da squadre d'élite. Ed è proprio in questa cerchia che il Napoli vuole entrare: con idee e trionfi, null'altro. Un sostituto degno del coreano, due-tre pedine fondamentali in mezzo al campo ed un esterno alto di destra per sostituire Lozano. Tutto è nelle mani della famiglia De Laurentiis, Rudi Garcìa e di chi lavora dietro le quinte come Micheli o Mantovani. Nel mentre, Partenope sogna con l'aria di chi sa di averla fatta grossa e con il desiderio che questa sensazione possa durare per sempre. Magari chissà: un giorno sei perdente e l'altro torni ad essere dominante (in Italia ed in Europa) come quando la 'diez' era sulle spalle di un ragazzo ricciolino argentino.
A cura di Gennaro Del Vecchio
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