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editoriali
(Getty Images)
Il Napoli di Luciano Spalletti e l’Udinese di Andrea Sottil: a distanziarle un solo punto in classifica. Cosa le accomuna?
Essere lassù, sulla vetta della classifica di Serie A non è mai un caso, bensì la conseguenza di una progettualità tecnico-tattica ben precisa e dell’attento lavoro degli allenatori, in grado di sviluppare al massimo le potenzialità dei singoli giocatori e di metterle al servizio della squadra. Del Napoli di Luciano Spalletti abbiamo parlato in precedenza, adesso ci sembra interessante tracciare un parallelo tra la squadra partenopea e l’Udinese di Andrea Sottil, per un preciso motivo. Infatti, non solo a distanziare le due squadre è un solo punto di differenza in classifica (17 per il Napoli – a pari punti con l’Atalanta – e 16 quelli conquistati finora dall’Udinese), ma le due formazioni si equivalgono in due speciali classifiche.
Dato impressionante è quello delle reti segnate in queste prime 7 gare di campionato: 15 per entrambe le formazioni, con una media di poco più di due gol a partita. Unica differenza: l’Udinese ha usufruito di un autogol di Skriniar. Con questi numeri, la squadra di Spalletti e quella di Sottil sono attualmente le compagini più prolifiche della Serie A. E, anche qui, non è un caso: le due formazioni sono votate al gioco offensivo, propositivo. Il possesso palla non è sterile esercizio di stile ma è volto sempre alla finalizzazione. Questo consente ad ambedue le formazioni di costruirsi un numero elevatissimo di occasioni da rete, seminando il panico nelle difese avversarie. Tanto l’Udinese di Sottil quanto il Napoli di Spalletti, infatti, avviano l’azione dalla classica costruzione dal basso, che dallo scambio tra i centrali conduce ad un’azionecorale, volta a servire l’attaccante per l’affondo finale. L’Udinese solitamente lo fa attraverso il cross, che parte principalmente dai piedi di Deulofeu, perno tecnico-tattico della squadra di Sottil o di Pereyra: entrambi indirizzano preferibilmente su Beto o, in alternativa, sul quinto di centrocampo che si propone in area avversaria. Il Napoli conta sull’estro degli attaccanti esterni e sulla qualità dei centrocampisti, abili nel giocare tra le linee.
Tanto il Napoli di Spalletti quanto l’Udinese di Sottil guidano una speciale classifica: quella del maggior numero di calciatori andati finora a rete. 9 per entrambe. Il Napoli è andato in gol con Kvaratskhelia (4 reti), Osimhen, Kim e Politano (2 reti ciascuno) e una volta con Lobotka, Zielinski, Elmas, Simeone e Raspadori. Per l’Udinese, guida la classifica marcatori Beto (4 reti come Kvaratskhelia), seguito da Udogie e Samardzic (entrambi a 2 reti ciascuno), seguiti poi dal gruppone fermo ad una rete e composto da Masina, Bijol, Becao, Lovric, Arslan, Pereyra. Questo dato evidenzia la coralità del gioco pensato dai rispettivi allenatori delle due compagini, che consentono a tutti i giocatori di diventare pericolosi per le difese avversarie. L’Udinese è più fisica rispetto al Napoli, che è più tecnico. Questo costa ai giocatori di Sottil un numero impressionante di cartellini, cosa che al Napoli non accade. L’Udinese, di contro, è molto pericolosa sulle palle inattive, dove eccelle proprio Deulofeu. Il Napoli segna principalmente al termine di azioni corali ed articolate, rendendosi particolarmente pericoloso con Kvaratskhelia, che spesso costringe gli avversari a falli da ammonizione o addirittura alla concessione del rigore. Punta di diamante del gioco di Sottil è Deulofeu, imprevedibile e fantasioso, la maggior parte delle azioni da gol passa dai suoi piedi. Il Napoli, dalla sua, può contare su Lobotka, determinante metronomo del gioco degli azzurri e sul già citato Kvaratskhelia, che entra nella maggior parte delle azioni da gol, o andando a rete o determinando le condizioni per la finalizzazione dei compagni.
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