Dopo la sconfitta dell’Inter con la Juve e la mancata squalifica di Lautaro, poi uomo del match nella vittoria di ieri col Genoa, il copione era già tutto previsto: come la colonna sonora di Parthenope. Si è guardato troppo avanti e agli altri: questo Napoli e Conte potrebbero diventare in questo finale di stagione come il miracolo di San Gennaro "un mistero o una truffa" (come nella citazione del film di Sorrentino ndr).
editoriali
Era già tutto previsto, il Napoli come il miracolo di San Gennaro: “Un mistero o una truffa”
Napoli e Conte come il miracolo di San Gennaro: "Un mistero o una truffa"
—Il colloquio tra Parthenope e il cardinale Tesorone nel film di Sorrentino tira fuori questa geniale citazione che insinua un dubbio nelle menti degli spettatori, così come il Napoli di Conte ha insinuato dubbi nella testa dei tifosi e degli analisti sportivi. I numeri parlano chiaro: tre pareggi e una sconfitta nelle ultime quattro gare che hanno aperto molti interrogativi. Ancora una volta il Napoli disputa un buon primo tempo, poi si perde: ci si è specchiati nella propria bellezza, Conte e il Napoli sono caduti in uno specchio d’acqua come un moderno Narciso. Le spiegazioni possono essere molteplici: dai cambi sbagliati del mister, a un calo fisico, al modulo fino alle prestazioni dei singoli. I gol del Como sono arrivati da due errori individuali: prima la frittata Rrahmani-Meret, poi la palla persa da Lobotka. Troppa pressione o mancanza di concentrazione? Fatto sta che questi due episodi hanno rovinato i piani di Conte che ora si ritrova a giocare lo scontro diretto a -1 dall'Inter in classifica. Ma parlando del mister, che responsabilità possiamo dargli?
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Sappiamo che la rosa del Napoli è corta, soprattutto dopo il mercato di gennaio: i calciatori a disposizione in panchina non sembrano convincere il tecnico. Lo si evince dalle scelte, a partire dal modulo: è chiaro che con questo 3-5-2 nelle sue varianti la squadra fa difficoltà a fare gol e a rendersi pericolosa negli ultimi metri. Con il 4-3-3 si era trovata una quadra, poi gli infortuni hanno scombinato la situazione. Ma con gli uomini a disposizione col Como si poteva tornare all'assetto originale? Forse sì, anche se allargare Raspadori che in quella posizione sta facendo molto bene sarebbe stato un azzardo. Ma, una volta tenuto in panchina (giustamente) Anguissa, forse si poteva azzardare un 4-2-3-1 con Ngonge dal primo minuto (anche se quello visto in campo oggi non lascia spazio a commenti). Detto ciò, passiamo ai cambi: ruolo per ruolo senza toccare l'assetto tattico anche sulla situazione di parità. Un messaggio che forse ha avuto effetto negativo sulla squadra. Dopo la Lazio, con un gol preso nel finale e i cambi non fatti, è giusto aprire un interrogativo sulle scelte del mister.
Sia chiaro: Conte non ha alcun obbligo di vincere al primo anno con questa rosa e, anzi, questa squadra è andata oltre ogni aspettativa. Vanno fatti solo i complimenti per la base che si sta costruendo e per il lavoro fatto da luglio ad oggi. Dunque, solo critiche circoscritte partita per partita, come è giusto che sia. Gli errori li commettono anche i più grandi e un periodo di flessione è fisiologico nell'arco di una stagione. Detto ciò, ora con l'Inter ci si gioca il tutto per tutto: si ha, in questo caso, l'obbligo di provarci e di lottare fino alla fine per raggiungere un risultato straordinario e oltre ogni aspettativa. Sabato per il Napoli sarà la gara della verità: vedremo se questa squadra raccoglierà quanto seminato e finalmente scopriremo se il miracolo di San Gennaro è "un mistero o una truffa".
A cura di Giovanni Frezzetti
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