Dopo Jeppson fu la volta di Kurt Hamrin arrivato all'ombra del Vesuvio nel 1969 con il primo Napoli di Corrado Ferlaino. Anche lui era un attaccante, che giocava come ala destra. La sua avventura in azzurro fu breve e soprattutto arrivò a fine carriera a 37 anni. Nel corso della sua prima stagione non trovò molto spazio e solo nella seconda conquistò il ruolo di titolare. Si trattava di un giocatore dalle agili movenze e imprendibile quando ripartiva palla a piede, tanto da essere soprannominato Uccellino. La sua avventura in azzurro si concluse nel 1971 con un bottino poco ricco per un giocatore dalle sue qualità, infatti in 22 presenze mise a segno solo 3 gol. Però Hamrin fu frenato anche da un'intossicazione da cozze che lo tenne fermo per diversi mesi, minando quindi la sua esperienza partenopea.
Thern e Conerliusson gli ultime svedesi napoletani
—Il terzo svedese "napoletano" fu il centrocampista Jonas Thern che arrivò a Napoli per 4,8 miliardi di lire nel 1992, dopo gli anni d'oro di Maradona. Sulla panchina sedeva Claudio Ranieri e quella squadra fu costretta a smantellarsi a causa di alcuni problemi societari che costrinsero a cedere uno dei giocatori migliori. Infatti la sua avventura in azzurrò durò solo due anni, concludendosi con 55 presenze totali ed una sola rete. Così nel 1994 i tifosi partenopei dovettero dire addio a Terminator, come fu soprannominato da queste parti. Infine, il primo svedese dell'era De Laurentiis fu Karl Corneliusson che in azzurro ha vissuto una sola stagione, 2004-2005 in Serie C1. Il difensore collezionò solo 11 presenze senza lasciare il segno.
A cura Sara Ghezzi
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