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editoriali
Napoli-Cagliari, Osimhen centro di gravità permanente: l’analisi tattica
Continua l’arrampicata solitaria del Napoli in cima al campionato, smontato il Cagliari di Mazzarri al Maradona per 2 a 0. In questo momento e con questa condizione psicofisica, gli uomini di Spalletti sembrano avere una risposta tattica ad ogni esigenza: una lettura chiara, semplice di ogni partita.
Al 1-4-4-1-1 definito sia in fase di possesso che in fase di non possesso del Cagliari, il Napoli si schiera col solito 1-4-3-3. È evidente come il centrocampo del Napoli stia migliorando di giornata in giornata nelle rotazioni a centrocampo nella fase di costruzione e sviluppo. La leggera asimmetria del posizionamento in trequarti di Zielinski nelle prime battute di possesso (un chiaro riferimento al 1-4-2-3-1 della precedente gestione) sta lentamente mutando in un centrocampo assai più fluido grazie alla capacità di coprire e difendere lunghe porzioni di campo di Anguissa, dando l’opportunità a Fabian e Zielinski di svolgere il lavoro che sanno far meglio: cucire e ricucire il gioco ai loro ritmi.
Difatti, pur prevedendo un piano partita di blocco e schermo su Fabian da parte di Mazzarri con Marin e i due centrali Deiola e Strootman, la manovra del Napoli indirizzata sulle fasce laterali permetteva una superiorità numerica in ampiezza e uno sbocco nei corridoi centrali sardi attraverso i movimenti dentro delle mezzali, Anguissa e Zielinski. Tutto questo alle spalle della linea di centrocampo del Cagliari. Di conseguenza, si liberava spazio all’attacco della profondità al pericolo n1 in questo momento della serie A: Victor Osimhen. La giocata codificata di prima ormai usuale degli azzurri verso il centravanti nigeriano è un mood tattico anche per ritagliarsi nei possessi successivi una libertà di manovra diversa, più ordinata e palleggiata.
Il centro di gravità permanente che Osimhen sta compiendo sul gioco del Napoli e sulle contromisure avversarie è evidente. La sua abilità di generare minaccia, cercando di ripulire ogni singolo pallone, e la ferocia nell’avventarsi in fase di pressing sulla costruzione avversaria impressiona. A ciò si aggiunga la maturità, probabilmente compiuta alla vittoria dell’Europeo da protagonista, di Insigne, trascinatore a tutto tondo del suo Napoli.
Dopo anni di montagne russe, Spalletti pare aver messo finalmente ordine. Nelle scelte, nelle responsabilità, nell’indicare la forza e le potenzialità ancora da compiere della squadra.
A cura di Bruno Conte
Mister U16 Turris
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Viesse Sport
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