Il Napoli c’è. La cura Mazzarri funziona, ma non è una pozione miracolosa

Il Napoli c'è. Le messe funebri non hanno ottenuto l'effetto desiderato. Tre sconfitte consecutive, è vero, ma alcuni di questi risultati sono stati bugiardi. La cura Mazzarri ha avuto il suo effetto. Ma è una cura, non una pozione miracolosa. Serve tempo, anche se il tempo non c'è. E non c'era tempo per la partita di ieri sera; bisognava solo vincere, o meglio passare il turno. Passarlo vincendo, meglio ancora. Il Napoli ci è riuscito, e fargli le pulci con i suoi difetti può essere cosa sana se propedeutica all'individuazione e risoluzione dei problemi per il futuro, ma non per decretare un fallimento che non merita. Non brillano le stelle in avanti, è sempre in emergenza la difesa, e nonostante questo la squadra c'è. I limiti della preparazione fisica sono evidenti, e ci dicono che come ogni coperta mezza corta, se abbiamo i piedi scoperti adesso dovremmo stare coperti dopo. Siamo agli ottavi di Champions, che per la società significa mettere in cassa 12,13 milioni di euro tra la vittoria e il passaggio del turno.

Mi è toccato anche sentire che De Laurentiis avrebbe meritato il mancato passaggio agli ottavi, come una sorta di "punizione". Un po' triste da leggere. Se fosse successo il Napoli sarebbe corso ai ripari del mancato guadagno rischiando di indebolire la squadra. Adesso invece si può guardare ai prossimi impegni con maggior fiducia. Abbiamo una Coppa Italia, una Supercoppa italiana, un cammino Champions, ed un campionato nel quale dobbiamo provare a dire la nostra, anche se ci siamo scuciti lo scudetto dal petto. Io ho un pensiero molto semplice: Il Napoli si piazzerà serenamente tra le prime quattro. Il mio augurio è che però non la faccia buona a nessuno e lotti fino alla fine provando a recuperare il recuperabile. Un ciclo non deve essere per forza di cose fatto da due titoli di seguito, ma deve essere rappresentato da una continuità di risultati e prestazioni. Fra un po' probabilmente dimenticheremo l'idea di ritornare quelli dell'anno scorso, perché forse i giocattoli rotti non si ricompongono, ma scopriremo una nuova dimensione. Stimolante e interessante.

Quello che noi non vediamo l'ora è semplicemente di metterci a bordo di un treno per un viaggio con obiettivi chiari, e con una consapevolezza dei nostri mezzi ben delineata. Non si torna indietro, ed una sana analisi degli errori andrà fatta. Ma non per mettere alla gogna i responsabili, ma solo ed unicamente per non ripeterli. C'era il Napoli di Spalletti, e in quel Napoli c'era tanto Spalletti e chi doveva capirlo non l'ha capito. Ora c'è il Napoli di Mazzarri. Sta sistemando i pezzi, oliando gli ingranaggi, recuperando il recuperabile. Sta studiando il materiale umano a disposizione, come impiegarlo al meglio. Bisogna anche pensare all'ipotesi di intervenire a gennaio sul mercato, in ottica immediata e futura. Ma siamo in corsa, in viaggio. Non in caduta. Che lo credano gli altri, è pure cosa buona. Ma non dobbiamo pensarlo noi.

Si riparte da Cagliari. Si riparte dall'obiettivo di inanellare quantomeno le tre vittorie consecutive mai arrivate in questa stagione. Che poi possano diventare quattro, cinque, ed anche di più. Per riposizionarci in classifica dove, diciamolo francamente, ci compete. Il passato è perduto, il futuro ancora no, anzi. È da scrivere. Ci tocca non commettere più errori. Perché si può anche stare che non si vinca il titolo per la seconda volta, perché ci può anche stare, e questo fa più male, che non si riesca nemmeno a difenderlo adeguatamente per tutto il campionato. Ma non ci può stare sentirsi dire che lo vinceremo di nuovo fra 33 anni. Il Napoli ha avuto una continuità in questi anni straordinaria, perderla proprio dopo aver vinto sarebbe una beffa. Crediamoci.

A cura di Maurizio Zaccone

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