Quello che noi non vediamo l'ora è semplicemente di metterci a bordo di un treno per un viaggio con obiettivi chiari, e con una consapevolezza dei nostri mezzi ben delineata. Non si torna indietro, ed una sana analisi degli errori andrà fatta. Ma non per mettere alla gogna i responsabili, ma solo ed unicamente per non ripeterli. C'era il Napoli di Spalletti, e in quel Napoli c'era tanto Spalletti e chi doveva capirlo non l'ha capito. Ora c'è il Napoli di Mazzarri. Sta sistemando i pezzi, oliando gli ingranaggi, recuperando il recuperabile. Sta studiando il materiale umano a disposizione, come impiegarlo al meglio. Bisogna anche pensare all'ipotesi di intervenire a gennaio sul mercato, in ottica immediata e futura. Ma siamo in corsa, in viaggio. Non in caduta. Che lo credano gli altri, è pure cosa buona. Ma non dobbiamo pensarlo noi.
Si riparte da Cagliari. Si riparte dall'obiettivo di inanellare quantomeno le tre vittorie consecutive mai arrivate in questa stagione. Che poi possano diventare quattro, cinque, ed anche di più. Per riposizionarci in classifica dove, diciamolo francamente, ci compete. Il passato è perduto, il futuro ancora no, anzi. È da scrivere. Ci tocca non commettere più errori. Perché si può anche stare che non si vinca il titolo per la seconda volta, perché ci può anche stare, e questo fa più male, che non si riesca nemmeno a difenderlo adeguatamente per tutto il campionato. Ma non ci può stare sentirsi dire che lo vinceremo di nuovo fra 33 anni. Il Napoli ha avuto una continuità in questi anni straordinaria, perderla proprio dopo aver vinto sarebbe una beffa. Crediamoci.
A cura di Maurizio Zaccone
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