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editoriali

Nell’attesa di un Napoli equilibrato e brillante, si inizi dallo scusarsi con Natan

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Nonostante alcuni calciatori siano nettamente appannati e opachi, il Napoli si è qualificato agli Ottavi di Champions e fa sperare in futuri miglioramenti positivi. Iniziamo dallo scusarci con Natan e chi l'ha preso

Il Napoli visto contro il Braga in Champions non ha evidenziato poche lacune, nonostante il risultato. La qualificazione agli Ottavi di Champions è ossigeno tolto alle critiche e ai detrattori assoluti, ma è evidente che questa rosa stia pagando un mancato allenamento specifico in pre-campionato e ad inizio stagione, oltre ad una condizione atletica così e così e ad alcune individualità sottotono. Che sia per uno stato emotivo complesso o per problematiche di tipo tecnico-tattico non è dato sapere, o comunque è difficile da pronosticare. Di certo Kvara non è lo sgusciante domina-fascia dell'anno scorso ma anche dei mesi passati, nonostante le sue prestazioni siano sempre di un livello molto elevato tecnicamente e sappia differenziarsi sempre dagli altri 21 in campo. Sorprende la costanza di Politano mai avuta in carriera, ma anche l'abnegazione e la tecnica di un certo Natan, guardato con diffidenza da nuovo arrivato e ora scoperto come buona sorpresa. Che lo siano anche Cajuste e Lindstrom?

Braga-ntino

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Napoli-Braga è stata tra le partite meno probanti possibili. Un po' come all'andata, quando i portoghesi si erano fatti beffare da due situazioni episodiche ma poi avevano tirato tantissimo in porta, così al ritorno c'è stata poca storia. Al nono minuto già in vantaggio il Napoli con un'autorete che definirla rocambolesca e goffa sarebbe dire poco. L'unica differenza con la gara di settembre è stata nella mole di tiri in porta subìti dal Napoli, lievemente ridotta. Checché si possa dire dopo neanche un mese di lavoro, sembra che Mazzarri realmente stia lavorando sul tenere questa squadra compatta. E ieri è arrivato il suo primo clean sheet, con tanto di prestazione (finalmente) sopra le righe di Alex Meret.

Detto questo, c'è de segnalare che Mazzarri ha (finalmente) inserito i "nuovi" - fatta eccezione per Lindstrom - a mezz'ora dalla fine, con un buon quarto d'ora anche per Gaetano. Segnale di voler ruotare la rosa, provarla tutta, conoscerla in campo. Creare o ri-creare intese. Questo a beneficio di tutti ma soprattutto di un equilibrio che una squadra come il Napoli deve avere in maniera multipla, con più giocatori possibili incastrati tra loro. Si pensi all'assenza che a gennaio peserà molto di Osimhen e Anguissa, da rimpiazzare nel modo giusto per quel periodo. Il migliore di ieri - oltre al già citato Matteo Politano - si trovava però fuori dal suo ruolo. Bravo Mazzarri a comprendere che, con le giuste attenzioni tattiche e degli accorgimenti, Natan fosse l'unico a poter ricoprire quei compiti in assenza di Mario Rui e Olivera. Il brasiliano ha letteralmente giganteggiato in fase offensiva e ha chiuso bene in fase difensiva, senza far vedere troppo quelle sbavature da centrale. Il numero 3 del Napoli ha ancora qualche lacuna nel comprendere quando rischiare la giocata (ma è probabile sia anche questo un lascito della gestione precedente, nel voler "disciplinarlo" ndr) in uscita a rompere la linea e quando invece ritrarsi. In questi dubbi, gli attaccanti avversari trovano il buco e tirano. Natan è bravo negli uno-contro-uno sia in difesa che - sorprendentemente - in attacco: ha letteralmente creato dal niente l'azione del secondo gol che ha chiuso set e match già a metà primo tempo.

Natan non è Kim per una serie di ragioni (ma come sta giocando Kim?), ma di certo non è stato preso perché è scarso. Ha una scheda tecnica importante perché ha fisico, velocità nel lungo e nello stretto, grinta e buone letture, oltre a un buon dominio del pallone quando ha palla al piede. Deve solo affinarsi, comprendere ancora meglio il meccanismo calcio italiano. Insomma, il Napoli non è brillante ma si potrebbe iniziare dallo scusarsi con l'ex Bragantino, che zitto-zitto ha fatto il suo dovere da quando gioca titolare nel Napoli e ha fatto pochissime sbavature. Ora addirittura è MVP di un incontro in casa - decisivo - in Champions League. E non vediamo l'ora di toglierci le pietruzze pure per Cajuste e Jesper Lindstrom.


 

 

A cura di Mattia Fele

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