Detto questo, c'è de segnalare che Mazzarri ha (finalmente) inserito i "nuovi" - fatta eccezione per Lindstrom - a mezz'ora dalla fine, con un buon quarto d'ora anche per Gaetano. Segnale di voler ruotare la rosa, provarla tutta, conoscerla in campo. Creare o ri-creare intese. Questo a beneficio di tutti ma soprattutto di un equilibrio che una squadra come il Napoli deve avere in maniera multipla, con più giocatori possibili incastrati tra loro. Si pensi all'assenza che a gennaio peserà molto di Osimhen e Anguissa, da rimpiazzare nel modo giusto per quel periodo. Il migliore di ieri - oltre al già citato Matteo Politano - si trovava però fuori dal suo ruolo. Bravo Mazzarri a comprendere che, con le giuste attenzioni tattiche e degli accorgimenti, Natan fosse l'unico a poter ricoprire quei compiti in assenza di Mario Rui e Olivera. Il brasiliano ha letteralmente giganteggiato in fase offensiva e ha chiuso bene in fase difensiva, senza far vedere troppo quelle sbavature da centrale. Il numero 3 del Napoli ha ancora qualche lacuna nel comprendere quando rischiare la giocata (ma è probabile sia anche questo un lascito della gestione precedente, nel voler "disciplinarlo" ndr) in uscita a rompere la linea e quando invece ritrarsi. In questi dubbi, gli attaccanti avversari trovano il buco e tirano. Natan è bravo negli uno-contro-uno sia in difesa che - sorprendentemente - in attacco: ha letteralmente creato dal niente l'azione del secondo gol che ha chiuso set e match già a metà primo tempo.
Natan non è Kim per una serie di ragioni (ma come sta giocando Kim?), ma di certo non è stato preso perché è scarso. Ha una scheda tecnica importante perché ha fisico, velocità nel lungo e nello stretto, grinta e buone letture, oltre a un buon dominio del pallone quando ha palla al piede. Deve solo affinarsi, comprendere ancora meglio il meccanismo calcio italiano. Insomma, il Napoli non è brillante ma si potrebbe iniziare dallo scusarsi con l'ex Bragantino, che zitto-zitto ha fatto il suo dovere da quando gioca titolare nel Napoli e ha fatto pochissime sbavature. Ora addirittura è MVP di un incontro in casa - decisivo - in Champions League. E non vediamo l'ora di toglierci le pietruzze pure per Cajuste e Jesper Lindstrom.
A cura di Mattia Fele
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