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editoriali

Stanotte ti dedico “Anema e Core” (E tenìmmoce accussì)

Giovanni Frezzetti
Giovanni Frezzetti Caporedattore 
La coreografia delle Curve, le canzoni e le qualità del Napoli: anema e core sono nel destino azzurro

La bellissima coreografia delle Curve del Napoli è stato il preludio di ciò che ha messo la squadra in campo: anima e cuore. Così come la canzone in gara a Sanremo di Serena Brancale, “Anema e Core”, che omaggia Pino Daniele e il suo omonimo brano (così come quello omonimo e splendido brano degli Anni 50): un inno all’amore e a vivere i sentimenti. Proprio quei sentimenti che il Napoli sta facendo provare ai propri tifosi domenica dopo domenica.

Stanotte ti dedico “Anema e Core”

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“Tenímmoce accussí, anema e core”, recita la famosa canzone napoletana: con la Fiorentina, il Napoli ha messo in campo l'anema, ma il core è stato quello palpitante dei tifosi su quel calcio d’angolo finale con il tiro di Ndour. In particolare, l'anima di questo Napoli è Romelu Lukaku: critiche su critiche dei gufacci e dei professoroni, ma lui ha sempre risposto in campo come un silente cecchino. Sulle sue spalle c'è il peso di un attacco falcidiato dal mercato e dagli infortuni: Big Rom non si è mai scomposto ed ha accettato, nel bene e nel male, di essere l'anima di questo Napoli. Il cuore lo ha messo Scott McTominay. Lo scozzese ha corso come un forsennato e non ha mai mollato, neanche quando le gambe hanno iniziato a cedere. Non è un caso che l'anima e il cuore siano entrambi colpi di Antonio Conte, la testa di questo Napoli. Come un cervello sempre in azione, il tecnico muove i fili della squadra modellandola a suo piacimento di partita in partita. La prestazione c'è sempre stata, anche nelle 5 gare senza vittoria figlie di sfortuna e qualche sbavatura individuale.

Con la Fiorentina la partita è stata perfetta: il risultato giusto sarebbe stato un netto 3-0 senza sofferenza. Invece, quel gol da fuori e il piccolo calo fisico negli ultimi 20 minuti hanno scritto una storia leggermente diversa, ma pur sempre lieta. I cambi non sono arrivati per paura di intaccare l’equilibrio che la squadra aveva in campo. Questo Napoli è sì anima e cuore, ma anche strategia e testa. Nulla è lasciato al caso e le scelte, anche forti, sono sempre motivate da questioni che agli occhi di uno spettatore sembrano spesso incomprensibili. Eppure eccoci lì, fianco a fianco e punto a punto a battagliare con l'Inter, squadra attrezzata per dominare e vincere tutto. Invece, il Napoli in tutte le sue difficoltà e all'anno 0 della sua ricostruzione è in scia e non ha intenzione di mollare fino alla fine. Per questo si aspettano a braccia aperte i rientri di Neres e Anguissa, per avere tutta la rosa al completo e zero scuse dietro cui nascondersi. Qualunque sarà il finale saremo tutti lì ad applaudire: il Napoli è anema e core, è testa e programmazione. Conte lo sa che è solo questione di tempo e si è legato a doppio filo alla città, e con lui tutto il suo staff. La strada è solo tracciata, la vittoria è scritta nel destino: la storia verrà riscritta ancora, contro tutto e tutti (come disse Diego), come quel 4 maggio 2023 che per qualche giorno verrà soppiantato nella memoria da un'altra data che porterà con sé un altro numero 4.

A cura di Giovanni Frezzetti

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