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editoriali

Qatar 2022 è già storia: figata pazzesca o non s’ha da rifare? Luci e ombre del Mondiale

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Domenica si sono conclusi i Mondiali in Qatar, durati un mese. Esperimento da rifare?

Tony Sarnataro

Domenica si sono conclusi i Mondiali in Qatar, durati un mese, in questa insolita veste invernale. Meta nuova, periodo dell'anno nuovo, con i tanti strascichi e polemiche che il campionato del mondo si è portato. È stato un esperimento da rifare o meno? Promosso o bocciato?

Mondiale in Qatar in archivio: è piaciuto?

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Bisogna scindere, per poter rispondere al quesito di cui sopra, in due parti quello che è successo a Doha e dintorni nell'ultimo mese. Perché se parliamo della situazione dei diritti civili, l'ennesima brutta figura fatta dalla FIFA e Infantino, dal giocarlo in inverno interrompendo nel bel mezzo la stagione, allora è sicuramente un Mondiale da bocciare. Senza attenuanti. Ma se ci vogliamo soffermare solo sul rettangolo di gioco, solo sul calcio, allora possiamo accontentarci e definirlo (a tratti) anche una figata pazzesca!

Argentina-Francia show e non solo...

Alcuni partite da non rivedere tra le 64 sicuramente se ne ricordano, così come una mediocrità di alcune big che non hanno mostrato superiorità. Ma alla fine un Mondiale affascina sempre e i momenti memorabili ci sono stati eccome. Dalla prima clamorosa sconfitta dell'Argentina contro l'Arabia Saudita alla Germania fuori ai gironi. E poi la sorpresa Marocco e alcune partite bellissime come Inghilterra-Francia, Argentina-Olanda e ovviamente la finale. Probabilmente una delle più belle di sempre. Dove la voglia di vincere a tutti i costi di una nazionale arrivata a '"ora o mai più" si è scontrata con la supremazia tecnica di un'altra nazionale, nettamente la più forte del mondo per forza e valori, oltre quel diavolo di nome Mbappé. Ma di là ci ha pensato un certo Messi a fare giustizia, regalando una finale che sarà citata nei libri di storia del calcio. E dunque in conclusione, Mondiale promosso sul campo. Ma preferibilmente da non rifare in queste modalità. E specialmente mai più senza Italia, please!

a cura di Tony Sarnataro

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