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Altro che bollito, ora chi lo ha criticato si nasconde: Dries è la storia del Napoli!

Gennaro Del Vecchio

Come non restare incantati dal talento di Dries Mertens?

Avete presente quando vi sentite completamente soli? Già, quella strana sensazione di non poter contare su nessuno, solo sulle proprie forze. È questo quello che hanno provato i vari Lobotka, Juan Jesus, Rrahmani, Lozano e così via. Con una piccola differenza: loro una figura l'avevano, Dries Mertens, in grado di indicargli la retta via, in grado di distinguere il giusto dallo sbagliato. Perché l'uomo, una volta ragazzino, di Lovanio questo è stato, questo è e questo sarà. Questo e tanto altro: leadership abbinata a talento, quella voglia di caricarsi il gruppo sulle spalle con gol e parole, mai sottovalutare quest'ultime. Erano tutti indisponibili: da Insigne a Koulibaly, passando per Fabián ed Osimhen. Tutti, tutti tranne Ciro.

E forse è stata proprio questa componente a far stare un po' più tranquilli i tifosi partenopei: "È vero, ci mancano tutti, ma c'è Dries". Chiacchiere da bar, vero, ma infinita verità, perché non si può sottovalutare un fenomeno da 107 gol in maglia azzurra, è letteralmente impossibile, anzi, guai a farlo. Anche se a lui piace, a lui piace vivere lontano dai riflettori e poi uscire dal nascondiglio per dire la parola finale, per ricordare al mondo intero che lui non fa, lui è la differenza. In fondo, qualsiasi squadra, al posto del Napoli, avrebbe adottato la tecnica del "catenaccio e contropiede", Spalletti no: il tecnico di Certaldo ha preso le chiavi della squadra e le ha regalate al fenomeno ex Psv.

Avete ancora dubbi su Dries Mertens?

Ha sorpreso tutti, anche il suo allenatore, che in conferenza stampa aveva così dichiarato: "Victor è un calciatore unico, completo. Deve affinare un po’ la tecnica ma per il resto è al top. Come tecnica e scelta di posizione Dries è più bravo. Ma se c’è da fare uno scatto di 50 metri...». Non a caso la rete del 2-1 arriva proprio da...un suo scatto di oltre 40 metri abbinato ad una lucidità sotto porta solo dei veri campioni, dei veri bomber: mai una parola fuori posto, c'è il rettangolo verde pronto a tacere tutto e tutti. Quell'istinto da nove, perché di nove si tratta, abbinato alla magia da dieci: quel 9.5 di cui non si può proprio farne a meno. Perché è vero, ha segnato, ma non dimentichiamoci il contorno, ed il contorno ci parla di un giocatore sempre pronto al sacrificio, a creare gioco, a smistare delizie ed idee per gli esterni: Dries non fa un passaggio, Dries ti regala il pallone e ti dice cosa fare lo step successivo. D'altronde, è proprio da un suo tocco, inutile solo per coloro che vedono tutto tranne i dettagli, che nasce il momentaneo pareggio di Zielinski.

E poi c'è quella fascia sul braccio che ha fatto impazzire un po' tutti. Quanto gli dona? E no, non è quel classico leader calmo, era il primo a protestare nei confronti dell'arbitro, il primo a difendere e caricare i suoi: linguaggio del corpo, delle parole e delle azioni. "Io resto qua" aveva pronunciato contro la Lazio, perfetto Mertens, ma giura alla tua Napoli che sarà per sempre. In conclusione: lo avevano dato per bollito, ma ora chi lo ha criticato sta in silenzio: Dries è la storia del Napoli!

A cura di Gennaro Del Vecchio

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