Ci proiettiamo indietro al minuto 46 di Napoli-Juventus. In quei secondi è successa una delle cose più iconiche del match, che però sembra esser stata dimenticata. Un intervento maldestro di Rrahmani rischia di compromettere gli sforzi degli azzurri. Ma quel pallone non è destinato ad entrare. Meret si tuffa e con un parata sensazionale allontana la palla, tiene vicino il sogno Scudetto... ad un passo dal cuore.
editoriali
L’ingiusta solitudine di Meret, sempre attento ma citato (solo) a favor di critica
Cosa sarebbe successo senza la parata di Meret?
I portieri sono dei solitari. Restano da soli per tutta la durata del match ed intervengono solo a sprazzi. Va però fatta una distinzione: ci sono quelli che con lo scarso impegno lasciano che cali l'attenzione e poi c'è chi nonostante tutto è sempre sul pezzo. Sembra ovvio che i "veri campioni" appartengano alla seconda categoria. Non conta quanto sei partecipe, ma ciò che dimostri quando sei chiamato in causa. Alex Meret nella prima frazione di gioco non è quasi mai dovuto intervenire, eppure è riuscito ad essere decisivo. L'intervento "sregolato" di Rrahmani ha fermato i cuori dei tifosi azzurri, che di "delusioni" ne hanno già viste troppe in passato. Di certo, non è stato merito del destino se la palla non si è insaccata alle spalle dell'estremo difensore. Anzi, nell'estasi totale del Maradona qualcuno ha dimenticato di ringraziare il giovane calciatore. Perché la verità la conosciamo tutti...con la parità allo scadere, la ripresa sarebbe stato totalmente diversa.
Protagonista in silenzio
Meret è uno di quelli che parla poco: sguardo basso e tanta voglia di migliorare. In quest'annata era chiamato al rilancio. Usiamo il passato perché la missione è già stata compiuta e non occorrono ulteriori dimostrazioni. Alex è riuscito a tuffarsi nel pianeta Napoli come protagonista e l'ha fatto nel miglior modo possibile. Il miracoloso intervento contro la Juventus è solo una delle tante prodezze messe a segno. Ciò nonostante non ha mai ricevuto le "giuste attenzioni". La colpa non è di certo dei tifosi, ma di un calcio che da sempre ricorda solo i nominativi elencati sul taccuino di gioco, marcatori o assist-men. Non sempre ciò è opportuno, perché come capitato ieri al Maradona è già successo in altre occasioni. Il portiere partenopeo non solo ha salvato il risultato, come si suon dire, ma ha anche a permesso alla sua squadra di estromettere (forse in modo definitivo) una diretta concorrente per lo scudetto. A tal proposito, i complimenti non bastano. Occorrono forti, fortissime dimostrazioni di fiducia che pian piano l'ambiente campano sta imparando a dargli.
Piccoli dettagli
Tanti avranno ripensato alla parata di Meret, ma mai nessuno la ricorderà in eterno. Quasi tutti ricorderanno le prestazioni di uomini come Kvaratskhelia e Osimhen, ma la realtà è che solo spegnendo la mente ciò risulta possibile. Nella vita, nello sport e in qualsiasi altra circostanza sono e saranno sempre i piccoli dettagli a fare la differenza. Le vere rivincite, le giuste soddisfazioni non debbono per forza essere raggiunte attraverso imprese eroiche. Per arrivare alla vetta, l'unica cosa che conta è essere tra i protagonisti, sempre e comunque. Ieri sera al Maradona, Meret non si è ovviamente iscritto alla "magica" agenda, ma di sicuro ha lasciato il segno. Un fantastico e glorioso segno che contribuirà notevolmente al raggiungimento degli obiettivi ormai chiari di questo fantastico gruppo.
A cura di Giuseppe Ferrara
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