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Il Napoli pensiero sul mercato è un unicum, ma ha sempre ragione: Natan unica incognita

Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Quindi il mercato è finito, Osimhen è rimasto e nessuno è scontento del proprio contratto. Com'è possibile? In più ci sono Lindstrom e Cajuste, con il dubbio Natan che presto si svelerà. Il Napoli fa se stesso e se ne frega del mercato altrui

Dopo tanto soffrire e contorcersi, finalmente si è chiusa la porticina del mercato. Che poi nel 2023 non si serra mai veramente ma - per ora - taglia fuori un po' di idee malsane, progetti, proposte, illazioni di giornali e insiders e soprattutto discorsi futili che sono lontani dal campo. È stata la stagione dell'Arabia ma anche quella delle grandi scelte come quella di Zielinski, che - tentato, com'è normale che sia - ha poi rimandato al mittente un'offerta che avrebbe tolto a tanti tifosi il gusto di vederlo ancora danzare sul pallone. L'estate del rinnovo in arrivo per Victor Osimhen, l'uomo forse più pagato a bilancio della storia del Napoli recente e non solo, uno degli attaccanti più forti al mondo. L'estate del rifiuto di Veiga che ha preferito iniziare la carriera da ricco a 21 anni e sperare che qualcuno si ricordi ancora di lui fra tre, quattro stagioni. Tutto questo con un nuovo allenatore e un nuovo direttore sportivo, mentre Giuntoli alla Juventus ha solo potuto accorgersi dell'immobilismo come necessità.

Restare se stessi

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In un mercato frenetico di chi spende e spande - a volte in modo scriteriato - il Napoli ha mantenuto la sua ossatura concettuale e tecnica. La società ha continuato il proprio lavoro certosino sulla ricerca dei giocatori giusti per puntellare i reparti, aggiungendo qualcosa qui e lì, non facendo preferenze né sconti sulle faccende contrattuali, rialzando un po' il monte ingaggi e promettendo rinnovi. Bastone e carota. È andato via Lozano, tornato al PSV per 12,2 milioni ed è andato via Kim, padrone della difesa e vero fuoriclasse per far coppia con De Ligt al Bayern Monaco. Mica roba da niente. 50 milioni. Ancora nessuna cessione per Demme che resta in rosa (da considerare, però, che il mercato turco finirà tra 7 giorni), tanti prestiti per i giovani di Dimaro e una scelta interessante su Gaetano che resterà e sarà il sesto a centrocampo. Garcia vuole vederlo, capirlo, conoscerlo. Senza fretta, il board azzurro ha voluto attendere il momento giusto per il colpo giusto, sapendo che la squadra è già fortissima così com'è, e soprattutto ascoltando attentamente l'allenatore e le sue nuove idee (nettamente verso il 4-2-3-1, ndr).

L'acquisto di Cajuste va nella direzione di regalare al francese quella fisicità che chiedeva, in sostituzione di Ndombele che poi l'anno scorso fu più ricambio di Zielinski che di Anguissa. Lo svedese è una perla grezza da disciplinare, ma è il miglior recuperatore di palloni della Ligue 1 2022-23. Non uno qualunque. Un profilo basso come quelli che piacciono al Napoli, che poi riempiono di soddisfazione gli scout e il presidente stesso. Nella stessa direzione, ma forse anche di più, l'acquisto di Jesper Lindstrom: stella già promessa del calcio europeo che può giocare in tutti i ruoli come Elmas per completare le coppie con un ulteriore jolly. Kvaratskhelia-Elmas-Lindstrom; Politano-Elmas-Lindstrom; Zielinski-Elmas-Lindstrom. Queste le tre alternative nel ruolo delle due ali e della mezzala, senza considerare il 4-2-3-1 dove Lindstrom si giocherebbe il posto da trequarti con Raspadori. Insomma, notifiche di imprevedibilità. Alla fine, il Napoli non ha neanche tentato il colpo su un altro centrocampista.

Il dubbio amletico che un po' balla nelle menti dei tifosi e degli addetti è l'acquisto (tardivo) di Natan, preso dopo alcuni rifiuti - uno su tutti Danso, giocatore già pronto - e scelte forti. Si è deciso di puntare su un calciatore molto futuribile attendendolo, considerando Juan Jesus una scelta già molto affidabile in attesa di scoprire le doti dell'ex Bragantino. Una decisione condivisibile quanto non, soprattutto perché il Napoli aveva tutte le possibilità economiche di affondare su un difensore già in grado di recare solidità a un reparto che ha perso uno dei migliori difensori in circolazione. L'impressione è che il pensiero sia andato proprio a questo: possibile riuscire a indovinare un secondo Kim, dopo aver già indovinato Kim dopo Koulibaly? Il rischio che Natan non riesca ad apprendere in tempo le conoscenze tattiche del nostro campionato c'è eccome. Non resta che fidarsi come al solito, anche in virtù del fatto che a breve Garcia avrà due settimane con tanto di sosta per prepararlo al calcio di ogni-tre-giorni a cui si andrà incontro.


Ultima ma non meno importante la questione rinnovi, perno totale del restare se stessi di cui sopra. Di Lorenzo a vita, Osimhen in arrivo, Zielinski e Mario Rui, Anguissa e poi Lobotka e Rrahmani (già nella scorsa stagione). In arrivo anche quello di Kvara, che insieme a Osimhen fanno il duo più bello d'Italia. Non perdere pezzi è stata la (giusta) strategia del Napoli, contraria a quella del rivoluzionarsi smisurato delle milanesi e della Roma, che ogni anno cambia pelle come i serpenti e non si ritrova più guardandosi allo specchio. Lukaku o non Lukaku. Il mercato migliore lo fa la squadra che usa competenze e non fa i briefing con le figurine o le card di FIFA. Il Napoli in questo è stato certosino e preciso: è andato dove serviva, cercando giocatori non solo forti ma compatibili con chi c'è già in rosa. Con visione.

A cura di Mattia Fele

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