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editoriali
Che fine ha fatto il Mago Walter? La parabola di un uomo che ha smesso di sognare
Chi vi scrive ha superato i 30 e non fatica ad ammettere che buona parte della propria educazione sentimentale legata al Napoli porti in calce la firma di Walter Mazzarri. Parliamoci chiaro: anche se può sembrare assurdo, il livornese è stato il tecnico che ad oggi, numeri alla mano, è in assoluto il migliore dell'era De Laurentiis. Sì, d'accordo, magari qualcuno di voi la prenderà come una provocazione. E ci può stare... In effetti, il Napoli di Sarri era di una bellezza adamantina. La pulizia di quelle trame di gioco appartiene solo alla malinconia; ci fa pensare all'infanzia felice, al desiderio dell'estate, a un tempo quasi irreale, certamente non più ripetibile.
Tuttavia, bisogna dire che la squadra dell'ex Comandante era formidabile, basti pensare alla carriera che ha fatto un certo Jorginho. Mazzarri ha sfiorato i quarti di Champions, ha vinto una storica Coppa Italia (il primo trofeo dopo l'inferno del calcio minore) e ha lottato concretamente per lo scudetto con una formazione che a giudicare dal tasso tecnico, non era minimamente paragonabile al Napoli post-Benitez. Vi ricordiamo, giusto per fare un esempio, che la coppia centrale della mediana era formata da Gargano e Pazienza, due calciatori che - non ce ne vogliano - oggi farebbero fatica anche come sparring partner in l'allenamento.
Il Napoli di Mazzarri era una formazione coriacea, non particolarmente bella da vedere, ma pragmatica. Una squadra mai doma tutta cazzimma e contropiede. Niente fùtbol bailado del Comandante, nessun lancio in verticale col contagiri. Se oggi Spalletti può ruotare Osimhen, Mertens e Petagna, all'epoca, l'attaccante di scorta era uno solo e rispondeva al nome di Nicolao Dumitru: un ragazzotto acerbo che fu improvvidamente battezzato come il nuovo Henry. Per decenza non vi diciamo chi fu l'autore di questo pensiero così "sofisticato".
Tanta legna nella propria metà campo, e poi c'era lui, Edinson, il mona che la butta dentro (rendiamo omaggio a una delle massime di Nereo Rocco). I duelli AD ARMI PARI tra Drogba e Sasà Aronica sono tanto surreali quanto vividi nella memoria. E che dire di quel Napoli-Lazio dell'aprile 2011? La tripletta di Cavani, la corsa a perdifiato di Lucarelli a far roteare le braccia sotto la A... i fotografi che scivolano sulla pista d'atletica. Forse quella è stata la partita più avvincente dell'era De Laurentiis (qui potete riguardare gli highlights). Alla luce di questi ricordi, vien da chiedersi: Mago Walter, ma che t'è successo? Perché ti sei ridotto così? Il neo tecnico del Cagliari si è presentato al Maradona con il piglio del condannato che sta per assaggiare la lama del boia. Ma più in generale, quello che ci chiediamo è: da quando Mazzarri ha smesso di essere un allenatore di calcio ed è diventato un meme? L'immagine di lui che picchietta sull'orologio affolla le nostre chat di Whatsapp.
Il suo Cagliari si è difeso a oltranza per 90 minuti. In altre parole, si è arreso ancor prima di scendere in campo e quando è passato in svantaggio, ha difeso il solo gol di scarto. Qui siamo oltre l'anticalcio. Eppure, non contento, l'allenatore ha iniziato a farneticare ai microfoni del post. Ha parlato di una partita tutto sommato equilibrata (lo scout dice ben altro). Walter ci è parso stanco, sfiduciato... ha l'aria di chi deve tirare avanti in qualche modo, ed è consapevole che il suo treno è già passato. Niente più luci a San Siro. Lo ha perso, e lo vedi lì, disorientato, senza più un dio in cui credere. A fare l'inventario dei sogni infranti. Ma noi siamo con lui, continuiamo a volergli bene.
A cura di Giovanni Ibello
©RIPRODUZIONE RISERVATA
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