Calcio Napoli 1926
I migliori video scelti dal nostro canale

editoriali

Mazzarri e l’ossessione del maestro: intensità, studio e compattezza. Così giocherà il Napoli

Mazzarri e l’ossessione del maestro: intensità, studio e compattezza. Così giocherà il Napoli - immagine 1
Walter Mazzarri è il nuovo (vecchio) allenatore del Napoli. Poche settimane fa aveva dichiarato di aver studiato Spalletti e tutti i movimenti dei calciatori dello Scudetto...
Mattia Fele
Mattia Fele Editorialista 

Alla fine De Laurentiis è tornato a spulciare nella vecchia Moleskine e ci ha trovato il nome di Walter Mazzarri. Sarà il toscano (un ennesimo, dopo Spalletti e Sarri - scaramanzia?) il nuovo, vecchio traghettatore del Napoli 2023-24. Una squadra fortissima che non ha mai digerito - o ha rigettato, come un corpo estraneo - il suo ormai ex allenatore Garcia, non tanto per sistema di gioco quanto per i concetti poco evoluti, stile comunicativo e umano molto diversi dal predecessore e soprattutto contenuti considerati per niente all'altezza rispetto alle abitudini e agli standard di questo gruppo incredibile. Che pure ha le sue colpe, ma lo diremo poi. Mazzarri è tornato a Napoli e non è una puntata Amarcord di Tale e Quale Show né un progetto nostalgia. Tanto meno una partita del cuore. A lui il compito di ridare un'anima tecnico-tattica e non alla squadra che ha dato 20 punti di distacco a tutte, e che ora è già a -10 dopo 12 giornate.

Sono sempre io, ti ricordi?

—  

Mazzarri non ha avuto modo, come per esempio è successo per Sarri, di confrontarsi con realtà più grosse di Napoli una volta andato via. Ha provato l'Inter con scarsi risultati (ma la rosa era ancora più scarsa dei risultati), poi è tornato nella mediocrità del calcio italiano. L'unica eccezione la conoscenza della Premier League con il Watford dei Pozzo, in cui ha fatto bene ma non benissimo e di certo ha appreso ancor di più cosa significasse un certo tipo di intensità. Ha sempre dichiarato di amare le sfide, di sentirsi pronto e di non avere limiti geografici. Più di tutto, è un uomo che studia: caratteristica imprescindibile per chi voglia avvicinarsi al calcio d'alto livello, anche se è chiaro che 1) bisogna avere l'occasione - che ora ADL gli sta dando - di dimostrare il proprio valore gestendo grandi calciatori e migliorandoli 2) bisogna rendere pratica quella teoria. Garcia, ad esempio, era molto più pratico che teorico. L'ultima volta che avrà provato a studiare nuovi movimenti tattici sarà stata ben più lontana nel tempo rispetto a quella di Walter e anzi, la differenza possiamo tracciarla velocemente. Garcia ha dichiarato di non conoscere nulla di Spalletti e del suo Napoli. Mazzarri ha dichiarato di averlo studiato. Di saperlo a memoria.


Il suo modulo preferito è giornalisticamente il 3-5-2 o il 3-4-2-1, ma questo è anche stato dovuto al fatto di essere stato messo al comando di squadre che avevano quella impostazione lì. Cagliari e Torino storicamente utilizzano questo modulo e hanno le coppie, i calciatori numericamente e qualitativamente adatti. Il tecnico ha sempre dichiarato di essere estremamente flessibile sul gioco, meno sui concetti che le sue squadre devono avere ben fisse. Utilizzo dell'ampiezza, miglioramento dei movimenti individuali dei calciatori. Pressing alto, intensità a tutto campo. Insomma, belle parole. Mazzarri dovrà però dimostrare a Napoli di aver costruito un'architrave di teoria utile a farsi comprendere da calciatori che sanno cos'è il pallone nel 2023. E che non si possono sentire cose come "sui calci d'angolo, se vinciamo voglio tre uomini dietro. Se perdiamo, solo due". Bisogna avere visione, ma soprattutto una nuova anima.

In questo è molto difficile che Mazzarri possa toppare. Senza voler andare a pescare nel passato più remoto (il calcio è cambiato troppo, sono tanti gli anni "calcistici" che ci dividono anche dal "vicino" 2013), difficilmente nelle esperienze più recenti si trova uno spogliatoio che abbia remato contro di lui. Sa prendere i calciatori, sa farsi voler bene, è tenero ma sa anche usare il bastone. Sa avere gratitudine e sa spronare, ma soprattutto a Castel Volturno si ritornerà a parlare di campo. Di movimenti, di tattica. Questo è quello che vuole il Napoli. Questo vogliono sentire Osimhen, Kvaratskhelia, Di Lorenzo, Lobotka. Saranno entusiasti di ogni parola.

Ho avuto la fortuna di allenare diverse categorie di squadre. Con la Reggina giocavamo per salvarsi, alla Sampdoria volevamo fare un salto importante, poi c’è stato il Napoli, l’Inter... Mi sono sempre adattato alle situazioni. Per questo motivo, non ho mai cambiato idea e filosofia: ho sempre voluto valorizzare le qualità dei miei calciatori”. Queste alcune delle parole di Mazzarri a France Football, in un'intervista di qualche anno fa. Walter non disdegnerà il 4-3-3 e anzi, in soli 6 mesi di tempo, è molto probabile che dovrà adattarsi e utilizzarlo quasi forzatamente e subito. Negli uomini non sarà un Napoli differente, ma nei concetti (moderni, ben inculcati) e nelle giocate sicuramente sì. Senza dimenticare il clima più leggero che si respirerà nello spogliatoio e nelle segrete stanze della società, dei quali errori pure si parlerà più avanti.

A cura di Mattia Fele

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Se vuoi approfondire tutte le tematiche sul mondo Napoli senza perdere alcun aggiornamento, rimani collegato con Calcio Napoli 1926 per scoprire tutte le news di giornata sugli azzurri in campionato e in Europa.