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editoriali
ROME, ITALY - OCTOBER 24: Match Referee, Davide Massa interacts with Lorenzo Pellegrini of AS Roma as Gianluca Mancini of AS Roma sits on the floor during the Serie A match between AS Roma and SSC Napoli at Stadio Olimpico on October 24, 2021 in Rome, Italy. (Photo by Paolo Bruno/Getty Images)
Il compito è di quelli ingrati anche perché c'è sempre la spiacevole sensazione - tanto per utilizzare un detto caro ai napoletani - che "a lavà a capa 'o ciuccio se perde l'acqua e 'o sapone". In altre parole, parlare degli arbitri di Serie A è un po' come discutere di astrologia: c'è il serio rischio che le parole siano sempre oziose, per non dire sibilline. C'è il rischio che le parole esistano nell'esatta misura in cui si negano.
Allora proviamo a cambiare il nostro punto di vista. Non parliamo solo di arbitri ma anche della percezione "sociale" di certi episodi. La domanda, dunque, è la seguente:
Come avreste preso gli errori di Massa se si fossero verificati a maggio e non a ottobre?
Vi do una dritta: le partite valgono sempre tre punti, sia in primavera che in autunno. Insomma, quanto a malefatte arbitrali, Massa non è diverso dal tanto vituperato Orsato. Domenica abbiamo assistito a un Abraham già ammonito graziato dopo aver rifilato una tacchettata in pieno volto a Zielinski (gesto peraltro molto pericoloso per l'incolumità del polacco). Per il direttore di gara - e per il VAR - è tutto regolare. Con la giusta applicazione del regolamento, la Roma avrebbe disputato l'ora successiva in inferiorità numerica. Ed è impossibile non pensare a quello che è successo sabato sera al Dall'Ara, con un Milan che stentava in 11 contro 9, malgrado i regali di Valeri (la prima espulsione dei felsinei è palesemente inventata). Non basta uno stoico Bologna per combattere quel senso di iniquità che ancora imperversa.
Domenica sera, infine, abbiamo assistito a un arbitro che fischia un rigore sacrosanto alla Juve previo ausilio dell'occhio elettronico. Perché lo stesso metro di giudizio non è stato osservato anche in Roma-Napoli, dato che il penalty negato ad Anguissa era ancor più solare? Troppo facile (ma comunque necessario) ricordare le parole di Maradona che dopo Fiorentina Napoli, nell'anno dello scudetto, dice ai giornalisti: "Noi giochiamo contro tutti”. Sono passati oltre 30 anni, ma quanto sono attuali quelle dichiarazioni? Le tre roccaforti del nord si sono sempre spartite il dominio del calcio (e del potere?) in Italia. Stavolta è il Milan che fa le veci della Juve del 2018. Sbaglia chi fa del solo anti-juventinismo il proprio fiore all'occhiello. Il discorso è molto più complesso di così: il Napoli (e Napoli) deve contare, dovrà contare, sempre e solo sulle proprie forze.
A cura di Giovanni Ibello
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